Cultura e Spettacoli

Diritti letterari liberi Finita in Spagna la «guerra civile»

Daniele Abbiati

Bel regalo di inizio anno per la Spagna: è finita la guerra civile. Almeno dal punto di vista letterario. Oltre al destino e alla storia (che vanno sempre a braccetto, nel bene e nel male), c'è il determinante contributo del ritocco alla Ley de Propriedad Intellectual, avvenuto il 7 dicembre del 1987. Soltanto per i morti dopo quella data, infatti, nel Paese iberico si devono attendere, come in altre nazioni, 70 anni e un giorno prima di rendere pubblici i diritti delle loro opere. Chi è invece scomparso prima, ricade sotto la vecchia normativa del 1879, che prevede 80 anni e un giorno di diritti non pubblici.

Ebbene, quest'ultimo è proprio il caso di molti autori attivi poco prima o durante la guerra civile del 1936-39. Ed ecco il punto: la liberazione (questa volta dei diritti letterari), dall'1 gennaio scorso riguarda non soltanto il repubblicano Federico García Lorca, fucilato da militanti della Ceda (Confederación Española de Derechas Autónomas) il 19 agosto 1936, e Ramón María del Valle-Inclán, il quale appoggiò la Seconda repubblica e probabilmente sarebbe stato coinvolto nella mattanza, se non fosse morto di cancro il 5 gennaio del '36, ma anche esponenti dell'altra parte, quella nazionalista.

Primo fra tutti, anche se ultimo in termini cronologici, essendo deceduto il 31 dicembre del '36, mentre era agli arresti domiciliari, Miguel de Unamuno, il quale, deluso dalla Repubblica, all'inizio della guerra civile appoggiò i franchisti, lanciando anche un appello in tal senso agli intellettuali europei. E poi il poeta Ramiro de Maetzu e il filosofo Ramiro Ledesma Ramos, fucilati dai repubblicani nel cimitero di Aravaca il 29 ottobre '36. Inoltre lo scrittore e autore teatrale Pedro Muñoz Seca, accusato di professare idee monarchiche e cattoliche e passato per le armi il 28 novembre del '36. O il giornalista e scrittore Manuel Bueno Bengoechea il quale, avendo appoggiato la dittatura di Miguel Primo de Rivera, fu assassinato l'11 agosto del '36.

La Biblioteca Nacional di Spagna, chiudendo finalmente la guerra civile letteraria, ora apre al pubblico le opere digitalizzate di questi e altri autori.

Per liberare la cultura dalle catene delle dittature intellettuali, riconsegnandola alla memoria e alle coscienze.

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