Cultura e Spettacoli

Kevin Costner fa rivivere le faide del vecchio West

Arriva su Retequattro "Hatfields&McCoys", la miniserie d'autore che porta lo spettatore dentro la guerra privata che insanguinò il Kentucky e il West Virginia

Kevin Costner fa rivivere le faide del vecchio West

Una faida feroce, in perfetto stile western. E con anche quella spruzzatina di Giulietta e Romeo che non guasta mai. Di per sé una trama simile farebbe la felicità di qualunque produttore o regista. Aggiungete che i fatti narrati sono rigorosamente veri e che avete a disposizione un attore come Kevin Costner, e otterrete la miniserie Hatfields&McCoys che andrà in onda su Retequattro (tre puntate in prima serata) da mercoledì 15 gennaio in prima visione assoluta.

La miniserie racconta una vicenda che negli Usa è celeberrima: il sanguinoso scontro avvenuto al confine tra il West Virginia e il Kentucky tra le famiglie Hatfield e McCoy che mise a ferro e fuoco il territorio tra i fiumi Tug Fork e Big Sandy per un trentennio, dal 1863 al 1891. Come racconta la serie - seguita negli Usa da 14 milioni di spettatori - nel 1863 i capi dei due giganteschi clan non ancora rivali, William Hatfield e Randolph McCoy militavano assieme nell'esercito sudista, combattendo fianco a fianco. La guerra creò le prime frizioni. Hatfield (interpretato da Kevin Costner, vincitore di un Golden Globe e un Emmy) capendo che il Sud non aveva speranze mollò tutto e tornò a casa, avendone anche un bel tornaconto economico. L'amico McCoy (interpretato da Bill Paxton) finì catturato dai nordisti e sottoposto a una lunga prigionia.

Intanto gli attriti tra i due clan si stavano moltiplicando per questioni di terre contese, di diritti sugli abbattimenti degli alberi fino a che ci scappa il primo morto ammazzato: nel 1865 Asa Harmon McCoy venne ucciso da Jim Vance, zio di William Hatfield. Da lì in poi ogni tentativo di fermare la guerra fra i clan divenne impossibile nonostante la parentesi rosa, correva l'anno 1880, tra Roseanna McCoy (figlia di Randolph McCoy) e Johnson Hatfield (figlio del capoclan degli Hatfield). Anzi, il sogno d'amore tra i due ragazzi non fece che inasprire il conflitto...

Ma se il plot - “tradotto” pari pari dagli annali della contea - di per sé era una garanzia, ci ha messo del suo anche il regista Kevin Reynolds (da tempo sodale di Costner: lo ha diretto infatti in Fandango, Robin Hood e il poco riuscito Waterword) il quale ha dato alla storia un piglio storico precisissimo, curato in ogni dettaglio. Ha fornito un ritratto davvero duro e spietato dell'America dell'epoca evitando però gli eccessi alla Deadwood (serie bellissima, ma che trasformava gli Usa del 1870 in una succursale dell'inferno).

Il risultato è quasi una docufiction che, non per nulla, negli Usa è andata in onda su History Channel. C'è la crudezza di un mondo dove uccidere ed essere uccisi - grazie anche alla Guerra civile - era diventato cosa normale. Ma c'è anche la vita di tutti i giorni, la durezza del lavoro nei boschi, il fatto che un maiale possa fare la differenza tra un inverno tranquillo e la fame, il tentativo dei poveri giudici di frontiera di mantenere ordine in luoghi dimenticati da Dio, dove tutti hanno una pistola. E qui arriva il “surplus”, ovvero Costner che sa rendere William Hatfield spietato e contemporaneamente umanissimo. Un cattivo di necessità come davvero erano gli uomini della frontiera.

A confronto il suo personaggio in Balla coi lupi, pieno di buonismo d'accatto sembra una caricatura.

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