Cultura e Spettacoli

E il "mostro"dei Girolamini ora dà lezione ai librai antiquari

Il nuovo libro dello storico Sergio Luzzatto, Max Fox o le relazioni pericolose (Einaudi), ricostruisce la storia di Massimo De Caro, ex direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli,

Un aspetto positivo c'è. Sui giornali si parla di libri antichi: cinquecentine, seicentine, il Sidereus Nuncius... campo di solito trascurato. Per il resto il tono della discussione è inversamente proporzionale all'altezza del tema: al limite della rissa.

Argomento: il nuovo libro dello storico Sergio Luzzatto, Max Fox o le relazioni pericolose (Einaudi), che ricostruisce la storia di Massimo De Caro, ex direttore della biblioteca dei Girolamini di Napoli, bibliofilo, predatore seriale di libri e falsario prodigioso, condannato nel 2013 a sette anni di reclusione per la sottrazione di centinaia di volumi antichi in diverse biblioteche pubbliche. I quotidiani ne hanno scritto molto, tendenzialmente bene, ad di là di una certa empatia dell'autore verso il protagonista del saggio-inchiesta. Qualcuno lo ha stroncato, accusando Luzzatto di apologia nei confronti di un personaggio ambiguo. Ora, però, il livello dello scontro si è alzato, sconfinando dalle pagine dei giornali al privato. Giorni fa l'Alai (l'Associazione librai antiquari d'Italia) ha pubblicato sul proprio sito un pesante editoriale contro Massimo De Caro, del quale si fa a pezzi la credibilità delle dichiarazioni rilasciate a Luzzatto, denunciando la «discutibile operazione mediatica» costruita attorno al libro. E l'altro ieri De Caro ha inviato ai soci dell'Alai, di cui ha fatto parte e che dimostra di conoscere bene dall'interno, una mail di fuoco (che il Giornale ha potuto leggere): «Perché invece di fare pulizia al vostro interno - chiede De Caro ai librai antiquari - cercate di giustificare le mele marce che ci sono dentro l'Associazione? La gran parte dei librai sono onesti, perché difendete gli indifendibili?». Si fanno nomi, ci si domanda come certi libri di dubbia provenienza passino indisturbati da alcuni negozi antiquari, si citano vendite sospette, conti segreti in Svizzera, acquisti in nero e senza licenza di esportazione... «Quindi non fate finta di fare tutti i puri perché altrimenti, come diceva Nenni, arriva uno più puro che ti epura».

Poi De Caro, a conclusione della mail, fa due proposte. Una conferenza stampa «dove il sottoscritto si può confrontare con chiunque sul mercato del libro antico». E (una beffa?) «una raccolta di libri moderni dei vostri magazzini che non hanno mercato per regalarli alle Biblioteche delle carceri italiane». Si attendono adesioni.

E risposte.

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