Cultura e Spettacoli

E Vigorelli sognò l'Europa letteraria

Così il grande critico italiano cercò di unire un continente attraverso la cultura

E Vigorelli sognò l'Europa letteraria

La rivista L'Europa letteraria nasce nel gennaio 1960 a Roma da un'idea di Giancarlo Vigorelli (1913-2005) che, insieme a Domenico Javarone e successivamente a Davide Lajolo, dirigerà la testata fino alla chiusura nella primavera 1965.

La rivista si inserisce fin da subito nel vivo del dibattito politico e culturale che infiamma l'Europa agli inizi degli anni Sessanta gli anni del disgelo poststaliniano e delle rivelazioni del XX Congresso del PCUS quando il clima di distensione tra i due poli ideologici che avevano diviso l'Europa durante la Guerra fredda apre a un periodo di dialogo e di coesistenza pacifica.

Fin dal primo editoriale firmato da Giancarlo Vigorelli, dal titolo «L'Europa», questo rapporto, viene tentato un incontro tra l'Europa marxista e quella cristiano-occidentale attraverso il confronto tra marxismo e cattolicesimo progressista; operazione non più rimandabile dal momento che «l'Europa dell'una e dell'altra parte non devono tardare più a conoscersi, e a riconoscersi: commisurarci e confrontarci sarà darci atto, reciprocamente, non soltanto di un'antica radice comune, ma di quella antica e nuova pianta comune, unitaria e infine unica, che insieme bisogna far fiorire».

Vigorelli traduce questo incontro ideale sul piano delle lettere e delle arti in una rivista dal carattere spiccatamente eclettico e dalla rigorosa struttura antologica capace di ospitare insieme alle più significative voci del mondo occidentale numerose esperienze intellettuali d'oltrecortina; ai contributi di Erich Auerbach, Giuseppe Berto, Bertolt Brecht, André Breton, Salvatore Quasimodo, Mario Luzi, Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia per citarne alcuni si alternano scritti di grandi intellettuali sovietici come Anton Cechov, Vladimir Majakovskij, Evgenij Evtuenko, Boris Pasternak e Anna Achmatova.

Dietro alle Edizioni Rapporti Europei che editano la testata c'è sempre Vigorelli, che al nucleo primitivo di interesse strettamente letterario affianca nel corso delle pubblicazioni altre due sezioni, una dedicata alle arti figurative (L'Europa artistica che esce a partire dal terzo numero del giugno 1960) e l'altra al cinema (L'Europa cinematografica dal numero 9-10 dell'estate 1961). Si tratta di vere e proprie «riviste all'interno della rivista», il più delle volte separate da un'ulteriore copertina interna. Le due nuove sezioni trattano argomenti di arte e di cinema attraverso saggi critici, recensioni, interventi specifici, e si integrano via via sempre più all'interno del nucleo principale della rivista fino a ispirarne il nuovo nome, che nel 1965 diventa L'Europa letteraria, artistica e cinematografica. Nei quasi sei anni di vita della testata escono in tutto 25 fascicoli bimestrali con periodicità regolare. La chiusura nella primavera del 1965, dopo l'uscita del trentaquattresimo numero, avviene sull'onda della crisi generale che ha coinvolto sul finire degli anni Sessanta le pubblicazioni tradizionali dal carattere antologico e accademico, di cui le brossure in formato tascabile dell'Europa letteraria rispettano la struttura e l'impostazione grafica.

Le quattro ripartizioni che compongo la rivista rimangono pressoché invariate nel corso degli anni: i Testi aprono tutte le pubblicazioni e raccolgono scritti in prosa, poesie e saggi critici; Fatti e idee presentano interventi riguardanti la letteratura e l'arte; le Letture offrono recensioni sulle novità culturali di quegli anni; il Notiziario, che sarà l'unica rubrica a scomparire dopo pochi numeri, riporta le notizie principali della Comunità Europea degli Scrittori. Successivamente si aggiungono Testi e Galleria per il settore artistico, e Testi e Primi piani per quello cinematografico.

L'Europa letteraria affianca un altro importante progetto di riconciliazione con il mondo sovietico che Giancarlo Vigorelli sostiene in quegli anni: la Comunità Europea degli Scrittori (altrimenti nota come Comes). Fondata tra il 18 e 19 ottobre 1958 a Napoli, la Comes nasce da un'iniziativa di Giovanni Battista Angioletti con l'intento di dar forma a un'idea di umanesimo paneuropeo in grado di garantire libertà intellettuale agli autori oppressi dai regimi. Vigorelli ricopre la carica di segretario generale della Comunità dal 1958 fino al 1968; alla morte di Angioletti, nel 1961, diviene presidente della Comes fino al 1962, quando il consiglio direttivo della Comunità assegna la presidenza a Giuseppe Ungaretti.

La Comes muove fin da subito passi importanti sul fronte sovietico in quegli anni tristemente protagonista del «caso Pasternak» tessendo rapporti con i vertici della cultura ufficiale e interfacciandosi con interlocutori come Aleksej Surkov e Konstantin Fedin, entrambi segretari dell'Unione degli scrittori. L'apertura nei confronti dell'Urss garantisce agli esponenti della Comes, tra cui Giancarlo Vigorelli, una sorta di esclusiva sulle opere e sugli autori ufficiali più importanti dell'Unione Sovietica, che per il direttore dell'Europa letteraria significa una vera e propria esclusiva editoriale.

Sia L'Europa letteraria sul fronte artistico-letterario, sia la Comes sul fronte culturale e politico sono esperienze percorse da una profonda fiducia posta nel dialogo e nel confronto di idee, cui Vigorelli dà forma e vita attraverso un logos capace di farsi antidoto di qualunque faziosità.

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