Cultura e Spettacoli

Gli eminenti «Imperatori» che spiegano il potere

Fabrizio Ottaviani

La zarina lotta per l'emancipazione delle donne fino a rimetterci la pelle, e nondimeno è un mostro di egocentrismo. Il grande scrittore è un ipocrita schiavo della rete e incapace di fare a meno della notorietà. L'attrice agonizzante si ostina a ripetere il mantra snobistico della propria elusività. Quanto al direttore del carcere progressista («cinquanta detenuti per una capienza di centodieci, neanche un tentativo di evasione in dieci anni»), è un debole che prende in giro gli altri e forse se stesso.

Sono loro alcuni fra Gli imperatori (Melville, pagg. 178, euro 16,50) che Giada Ceri ci racconta con una scrittura da prima della classe costellata di fulminanti dialoghi hard boiled, resi credibili da una ricerca preliminare che deve essere stata notevole, si sia trattato di ricostruire il contesto siriano o di arredare lo studio di uno psicanalista un po' diabolico. A proposito del diavolo: all'inizio la sensazione che si prova sfogliando queste pagine è che la Ceri abbia assunto il ruolo del suo avvocato, ma di un tipo particolare. Se l'avvocato del diavolo si fa un punto d'onore di mettere in buona luce i malvagi, qui sembra che ci si impegni a mettere in cattiva luce i buoni: il filantropo si rivela un impostore, l'idolo della folla un tartufo e il primo ministro un borghesuccio. In realtà, procedendo con la lettura ci si accorge che il passo con cui la Ceri si accosta ai suoi eroi è più variabile dell'Euripo. Voglio dire che di volta in volta si adatta al suo oggetto, trascinato da una lucida deriva che assimila le pagine de Gli imperatori a un modello celebre, gli Eminenti vittoriani di Lytton Strachey. Anche lì l'intento smascherante che dominava il ritratto più famoso, quello di Florence Nightingale, veniva presto abbandonato a vantaggio della denuncia di un fallimento o dello stupore verso l'indecifrabilità dell'esistenza.

Il titolo è leggermente fuorviante. Se l'Impero è un'entità artificiale la cui forza risiede nella sua debolezza, nella capacità di lasciar funzionare i poteri locali limitandosi a fornire all'insieme una struttura leggera, i protagonisti di questa riuscita galleria di ritratti hanno ben poco di imperiale. Dell'imperatore non hanno i movimenti rallentati, la sapiente indolenza.

Gli eroi della Ceri sono piuttosto infaticabili prìncipi e in quanto tali, questo sì, irresistibili forze della natura.

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