Il film del weekend

"Encanto", il nuovo film Disney è una fiaba ambiziosa e riuscita

Un racconto di formazione divertente e profondo, focalizzato sui legami familiari, sul prezzo del talento e sugli inganni delle aspettative

"Encanto", il nuovo film Disney è una fiaba ambiziosa e riuscita

Encanto, il lungometraggio numero sessanta della Disney, è al cinema e rende onore ai migliori classici della casa di Topolino. Ambientato in un luogo magico tra le montagne della Colombia, ha calore, profondità ed estro.

Al centro della scena una dinastia la cui epica avventura, complice l’esplosione di colori e di energia, veicola riflessioni profonde. La specificità culturale data dal contesto colombiano regala all’ensemble un’atmosfera intima pur lasciando che affiori un significato universale e senza tempo.

Protagonista di “Encanto” è la famiglia Madrigal, in cui ogni componente ha un dono speciale ricevuto grazie a un miracolo originatosi molto tempo addietro, quando la matriarca Alma perse il marito. La fiamma eterna di una candela risiede da allora al centro non solo della casa magica e senziente dei Madrigal ma anche del piccolo villaggio, garantendo benessere e protezione. L’unica a non avere ricevuto un potere soprannaturale è Mirabel, ragazzina goffa ma empatica, che fa di tutto per rendersi utile ugualmente. Quando si rende conto che la tradizione magica di Encanto è in pericolo, però, nessuno le crede. Poco importa. Lei intende andare a fondo e scoprire quale mistero minacci l’incantesimo fonte di prosperità.

La musica in “Encanto” è fondamentale: le scene in cui la fa da padrone non solo appaiono di bellezza abbagliante, coreografate come sono, ma costituiscono parte integrante della narrazione.

Nonostante il film sia farcito di umorismo e scorra a ritmo indiavolato, ci sono più momenti che destano leggera commozione. Non potrebbe essere altrimenti, giacché il messaggio di fondo del film risiede nell'indicazione che ogni crisi possa essere superata se ci sono amore e volontà, le due magie più grandi di sempre.

Non c’è un cattivo tradizionale in “Encanto”, ma ve ne sono tanti e subdoli: sono i demoni interiori da un lato e le aspettative esterne dall’altro. Perché la vita può essere complicata anche dall’atteggiamento con cui le si va incontro e da persone che fanno parte della nostra rete di affetti ma, in buona fede, concorrono a renderci schiavi di un ruolo preconfezionato.

Passare in rassegna meccanismi relazionali e dare suggerimenti su come aggirare trappole interiori è già qualcosa di prezioso, ma "Encanto" vale soprattutto nel parlare all'oggi laddove mostra come il successo sia più spesso una gabbia dorata che una benedizione. Quando la facciata serena e di ostentata sicurezza inizia a mostrare le crepe, quando l’immagine impeccabile e artefatta mostra il conto e i punti di forza si rivelano debolezze, è allora che l’apparenza si rivela schiavitù e le “imperfezioni” rendono liberi. “Encanto”, in questo senso, aiuta a riscoprire i valori veri e a porsi fuori dal pensiero oggi dominante in "luoghi sgraziati" (se non disgraziati) come spesso sono i social.

La storia in cui veniamo immersi grazie a un’animazione di indiscutibile qualità, mostra come rendere certi rapporti più sani significhi talvolta distruggerli e ricostruirli. Del resto la protagonista è la prima a imparare a convertire il dolore nell'investimento in un domani migliore.

La gioia visiva in “Encanto“ è indubbia e viene raggiunta non solo con la parte musical ma anche ricorrendo a comicità slapstick e al fascino del realismo magico. In questo modo il film diverte lo spettatore più acerbo e fa da scacciapensieri a quello adulto. Sottotraccia, però, semina la consapevolezza di come ognuno sia speciale, indispensabile a modo suo, e chiamato a essere la versione più autentica di sé anziché l’idea che hanno di lui gli altri.

"Encanto" è al cinema e sarà da Dicembre su DisneyPlus.

Commenti