Cultura e Spettacoli

Fabri Fibra condannato: ha offeso Valerio Scanu

Fibra è il primo rapper ad essere stato condannato da un Tribunale per diffamazione con il testo di un suo brano

Fabri Fibra condannato: ha offeso Valerio Scanu

Secondo alcuni potrebbe essere in pericolo (soprattutto qui in Italia) la libertà espressiva senza confini del rap, poesia contemporanea di strada giocata sulla violenza, sullo sberleffo, sul sarcasmo e talora sull'insulto vero e proprio. (In America vige la legge del «gangsta rap», uno stile di vita e di pensiero che ha fatto anche vittime illustri, uccise a suon di pallottole, come Tupac Shakur). Secondo altri è un freno al malcostume sulle liriche volgari dei rapper e delle loro «crew». Fabri Fibra non è particolarmente volgare o ribelle; dissacrante sì, provocatorio, fantasioso quanto basta da diventare uno dei primi artisti rap di grande successo popolare in Italia. Ma è anche il primo rapper ad essere stato condannato da un Tribunale per diffamazione con il testo di un suo brano. I giudici di Milano lo hanno condannato per diffamazione nei confronti di Valerio Scanu, punendolo con una multa e una provvisionale di 20mila euro. Oggetto dello scandalo il brano A me di te con la frase (se pesante o diffamatoria decidetelo voi) «In realtà è una donna. Gli ho abbassato i pantaloni e sotto aveva un tanga». Niente di speciale rispetto ai testi americani così espliciti e crudi da spingere la moglie di Al Gore, Tipper,a far inserire sulla copertina dei dischi il famigerato annuncio «parental advisory». Qui in fondo sembra una burletta ma si crea un precedente. Un autore viene condannato per la prima volta per un suo testo. «Il rap ha bisogno di immagini forti», hanno tuonato gli avvocati in difesa di Fabri Fibra. «La musica è libertà, ma insultare squallidamente una persona non è arte», ha ribattuto il legale di Valerio Scanu, la cui tesi alla fine ha vinto. La popstar nata da Amici è spesso stata presa di mira da frizzi e lazzi (come quando ha imitato Conchita Wurst a Tale e quale show) ma le offese non erano ancora arrivate a diffondersi attraverso il testo di un brano musicale.

Attenzione cari rapper, forse sta tornando la censura.

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