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Il film del weekend: "Baby Driver - Il genio della fuga"

Una colonna sonora irresistibile, emozionanti scene al volante, asciutto romanticismo, inganni da crime-drama e scanzonata ironia. La pellicola, cult ed energizzante, è servita

Il film del weekend: "Baby Driver - Il genio della fuga"

"Baby Driver - Il genio della fuga" è un'action-comedy dalla freschezza impareggiabile.
Inseguimenti spettacolari, ritmo incalzante, venature romantiche e una strepitosa colonna sonora sono gli ingredienti principali di quello che è destinato a diventare un piccolo cult nonché l'ultimo sorso d'estate di chi andrà a vederlo.
Siamo ad Atlanta. Baby (Ansel Elgort) è un asso del volante al soldo di un boss del crimine (Kevin Spacey), cui è legato da un vecchio debito. Il suo lavoro consiste nel fare da autista a un gruppo di rapinatori (tra gli altri Jon Hamm, Jon Bernthal e Jamie Foxx). Taciturno e sempre con le cuffiette dell'Ipod inserite, Baby usa la musica per coprire un fischio nelle orecchie lasciatogli da un incidente d'auto avuto da bambino. Anche se la sua presenza nella banda criminale è insostituibile, perché nessuno è in grado di garantire la riuscita di una fuga come lui, il ragazzo sogna di cambiare vita. Proprio quando, innamoratosi della dolce cameriera Debora (Lily James), trova il coraggio di diventare onesto, è costretto a tornare in servizio per un ultimo rischiosissimo colpo.
Non stupisce che "Baby Driver" abbia già incassato oltre 200 milioni di dollari a fronte di un investimento iniziale di 34. Forte di una vitalità originale, il film mette in scena inseguimenti quasi irrealistici ma in cui il ricorso all'uso di computer grafica è molto limitato.
Pur avendo una sinossi abbastanza classica, "Baby Driver" è innovativo nella forma, una combinazione perfetta di montaggio visivo e sonoro. Ogni scena è plasmata seguendo il tempo dettato dalle note: colpi di pistola e sgommate d'auto in fuga fanno da coreografia ai brani scelti di volta in volta dal protagonista durante la scorribanda criminale.
Azione, commedia e sentimenti vengono miscelati, quindi, a trenta brani che vanno dai Queen ai Blur. Questa ipercinetica sincronia tra diversi generi musicali e cinematografici regala sorrisi e adrenalina.
"Baby Driver" fin dall'incipit si presenta come un'esperienza visiva e uditiva davvero trascinante, in cui l'abnegazione alla rappresentazione estetica non penalizza la sostanza narrativa. Il protagonista, faccia d'angelo e silenzio d'ordinanza, è circondato da personaggi secondari carismatici nonostante la caratterizzazione stereotipata: soprattutto i compagni di rapina, sopra le righe e dalle battute grottesche.
Nonostante la parte finale deluda un po', minata da svolte poco credibili, il film di Edgar Wright resta intrattenimento puro, in cui elementi classici sono assemblati con una creatività avanguardistica.


Brividi, umorismo british e la colonna sonora più cool dell'anno vi aspettano.

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