Cultura e Spettacoli

Il film del weekend: "Una notte da leoni 3"

Chiusura poco leggendaria per la trilogia comica più redditizia di sempre, con un ultimo episodio divertente ma sottotono e alla ricerca di una qualche sobrietà che mal si accorda con l'anima della saga

Il film del weekend: "Una notte da leoni 3"

Pur rimanendo fedele allo humor politicamente scorretto dei primi due episodi, "Una notte da leoni 3" rivela una vis comica assai affievolita rispetto a quella del dirompente esordio di quattro anni fa. Stavolta si tratta di un ibrido tra action e commedia demenziale i cui momenti trash fanno sorridere ma non scatenano mai la risata piena e irrefrenabile; tranne che, quasi a sberleffo, sui titoli di coda in uno sketch che è la parte più divertente del film e farà uscire dal cinema i fan della saga col sapore di quel che avrebbero voluto fosse l'intera pellicola e invece non è stata.

Doug (Justin Bartha), Phil (Bradley Cooper) e Stu (Ed Helms) hanno oramai delle vite tranquille e posate, mentre Alan (Zach Galifianaki) è ancora così naturalmente inappropriato, folle e incosciente che gli amici, responsabilmente, decidono di accompagnarlo in Arizona presso una comunità che cura i disturbi psichici. Durante il viaggio, però, la loro auto viene bloccata da alcuni malviventi al servizio di Marshall (John Goodman), un gangster cui Mr. Chow (Ken Jeong) ha sottratto in passato un colossale bottino. Marshall prende in ostaggio Doug e costringe gli altri tre a mettersi sulle tracce di Mr. Chow per catturarlo, consegnarglielo e recuperare i suoi lingotti d'oro.

Se il secondo capitolo era un flebile rimaneggiamento del primo, questo terzo vuole essere qualcosa di completamente diverso e, anziché configurarsi come un'indagine a ritroso su quanto avvenuto in preda alla sbornia colossale di una notte, si trasforma in una caccia all'uomo di tre giorni, un road trip in cui anche Alan, l'unico del branco ancora preda di reiterati comportamenti distruttivi, avrà la sua evoluzione verso la maturità. Nonostante i continui riferimenti ai film precedenti e il ritorno, a chiusura del cerchio, in quella Las Vegas dove tutto ha avuto inizio, la spensieratezza di allora sembra andata perduta; gli attori protagonisti sono ancora affiatati ma appaiono un po' stanchi e Bradley Cooper in particolare, dopo la candidatura all'Oscar per "Il lato positivo", sembra esserci solo per obbligo contrattuale.

Le goliardie estreme hanno lasciato il posto a forme di divertimento di difficile comprensione come la crudeltà volontaria nei confronti degli animali di cui si macchia in un paio di casi Mr. Chow. Ad ogni modo è il suo personaggio da cartoon indemoniato a reggere l'intero peso del film assieme ad Alan, l'espressivo Zach Galifianakis la cui presenza scenica è forse l'unico propulsore comico del film.

Per il resto, "Una notte da leoni 3" ha una confezione di pregio caratterizzata da una fotografia davvero notevole e dalla sempre sicura direzione di Todd Phillips; la colonna sonora è accattivante e contiene brani iconici sia del passato sia del presente. Gradevoli le citazioni iniziali ad altri film come "Le ali della libertà" e "Il fuggitivo" così come quella, sul finale, alla famosa copertina di Abbey Road di beatlesiana memoria che sembra voler consegnare i quatto protagonisti alla storia della comicità.

Considerato l'impatto che i primi due film hanno avuto a livello mondiale, gli affezionati del brand, comprensibilmente, non mancheranno di assistere al finale della trilogia qualunque esso sia.

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