Cultura e Spettacoli

Fiorello: "Riapro l'Edicola e distribuisco buonumore"

Da lunedì torna il programma mattutino dello showman Cambia la location del gazebo, ma non lo stile surreale

Fiorello: "Riapro l'Edicola e distribuisco buonumore"

E Virginia si affacciò. Irragiungibile per chiunque, ma non per Fiorello, la sindaca di Roma. Basta che l'open bus di Edicola Fiore, carico di giornalisti, transiti lungo via dei Fori Imperiali, e che a Rosario venga la folle idea («Facciamo affacciare la sindaca?») che ecco: trenta secondi dopo una telefonata al portavoce della Raggi, dal celebre balconcino spunta a fare «ciao» Virginia in persona. «Le do una buona notizia le grida Fiorello al telefono finora il nostro bus non ha beccato neppure una buca!». Dopodiché, gasatissimo: «Che ne direste se provassimo anche a piazza San Pietro?».

Al solito sceglie il modo più pazzo, Fiorello, per il ritorno (da lunedì alle 7,30 su Sky Uno e Sky TG24, e in replica alle 8 su TV8) della sua pazza edicola: tutti in gita su un open bus turistico, che a zonzo per Roma dimostra come stavolta - venga fotografato più lui dei monumenti. «Bella, Fiore'!» gli grida lungo via Nazionale una scolaresca, «Avete marinato tutti in blocco?», ribatte lui. «Ti conosciamo anche in Canada!», si sbraccia una turista davanti al Quirinale, «Salutami Michael Bublè!», esclama lui. A piazza Venezia, mentre il «pizzardone» scatta sull'attenti, orde di giapponesi a naso in su lo fotografano dai marciapiedi («Ma i giapponesi fotografano tutto», minimizza lui). E proprio mentre parla della Rai, lungo i Fori Imperiali ecco un furgone della Rai: «Accostate!» ordina per salutare i tecnici (che hanno lavorato tutti con lui). «Buon lavoro!», gli grida poco dopo una suorina, a Corso Umberto. E lui: «Chiamalo lavoro...»

Già: perché si diverte e non lavora, Fiorello: ecco spiegato il perpetuo successo dell'edicola più famosa della tv. «Molti mi chiedono Ma quando torni in televisione?. Perché se non fai le cose serie, cogli ospiti, i balletti, i lustrini e le paillettes, secondo loro non fai tv».

Lui invece s'è riscoperto innamorato del mezzo proprio grazie agli scombinati nonsense di Edicola Fiore: «Se in Rai annunci Faccio quattro puntate subito partono le polemiche: e perché non cinque? E quanto durano? E quanto costano? E tu quanto prendi? Sembra che ti devi occupare della fusione a freddo, invece che di un programma». Mentre il suo, lui, lo cucina sempre allo stesso modo: «Come i cornetti, impastati alla notte e mangiati al mattino. Di notte cerchiamo le notizie sulle prime edizioni dei giornali (quelle poco serie: le altre le lasciamo ai tiggì); al mattino le commentiamo». Come? Con la consueta spalla «colta» Stefano Meloccaro, con le irresistibili imitazioni di Gabriella Germani, e con gli sconclusionati pareri del suo «pool» di avventori che, ora che l'Edicola ha dovuto cambiare bar («i condomini sopra a quello di prima protestavano per il casino; abbiamo dovuto spostarci in un altro, senza nessuno sulla testa») si è arricchito di nuove macchiette.

«Shakiri, il fioraio all'angolo, che è pakistano ma espone lo stesso la foto del Papa. Don Vincenzo, prete pugliese della chiesa di fronte, che parla come Cassano. L'ex cameriere dell'Hilton che di cognome fa Cameriere, che ha servito Kennedy, e perfino me: «Quando la mattina entravo nella tua camera da letto mi fa, strizzandomi l'occhietto - le cose, che vedevo!». Nessun ospite alla prima puntata del 20 («Ci farebbero solo perdere tempo») e per le successive nessuno che abbia un film o una canzone da promuovere: «Rifiutiamo la logica della marchetta obbligatoria e periodica. Anzi: invitiamo apposta quelli che non hanno nulla da pubblicizzare».

Anche gli spazi dei commentatori aumentano, in tipico stile Fiorello. Un avamposto milanese gestito da un teen idol, il rapper parrucchiere Danti, dei Two Fingerz (quello di Andiamo a comandare): «Mi ha cercato perché da ragazzino leggeva la rivista per pischelli Cioè, sulla quale ero spesso effigiato». Poi la versione capitolina dello Speakers' Corner di Hyde Park: il balcone di una casa privata, da cui chiunque potrà affacciarsi avendo 30 secondi per dire, in piena libertà, tutto quello che vorrà. («Anche i suoi fatti privati. Che noi non giudicheremo e neppure commenteremo»). Quindi la «Pompa del buonumore»: «Un distributore di benzina in disuso, proprio fuori del nostro bar, che useremo come erogatore gratuito di buonumore. Perché questo è Edicola Fiore. Non un programma comico. E neppure satirico. Ma uno spazio di buonumore».

Certo: ormai anche per l'eterno ragazzone di Catania, ora edicolante di piazza dei Giuochi Delfici (ammiratori e fans sono avvertiti: è lì che lo troveranno) gli anni passano. Ma lui non pare risentirne affatto: «Ho 57 anni, ma non perdo una puntata. Mica come alcuni dei miei avventori, che ogni due giorni sono a farsi le analisi». Dichiara di non volere neppure il trucco e parrucco: «Mica sono come Berlusconi. Chiedo solo che mi lacchino il ciuffo dei capelli, che se no mi va sugli occhi.

Meloccaro? Lui sì, che copre con chili di cerone! Ha delle rughe che sembrano la mappa degli affluenti del Po!».

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