Cultura e Spettacoli

Freccero contro Barbara D'Urso: "L'infotaiment cerca di lusingare il pubblico"

Parole al vetriolo per carta stampata, tv, internet e social network. Condanne per tutti, senza appello

Freccero contro Barbara D'Urso: "L'infotaiment cerca di lusingare il pubblico"

Carlo Freccero contro tutti. L'autore televisivo, neo consigliere d'amministrazione della Rai, è intervenuto alla sesta e ultima giornata del Tropea Festival Leggere&Scrivere, tenendo una lectio magistralis dal titolo "La Tv tra presente e futuro: differenza tra informazione e comunicazione", che in realtà si è trasformata in uno sciorinamento di tutto quello che a lui non piace, indipendentemente dal gradimento del pubblico.

"Oggi, in tv, la verità è stata sostituita con l’audience. Più che alla qualità, si guarda alla quantità. Si tenta d’informare il pubblico, lusingarlo ed intrattenerlo: è l’infotainment" - è il suo ragionamento. Poi arriva la stilettata alla conduttrice di Canale 5: "Tanto che Barbara D’Urso è diventata una giornalista".

Insomma, a prescindere dall'attendibilità degli ascolti - al momento unico dato oggettivo per stabilire cosa guardano gli italiani e in che misura -, per l'ex direttore di Rai Quattro, già ex direttore di Rai Due, i numeri andrebbero abbandonati per far spazio alla qualità, un parametro altamente soggettivo e di difficile utilizzo, quando magari a dirigere un canale ci sono personalità eccentriche, dai gusti particolari.

Oltre a prendersela con una certa tv, per Freccero non vanno bene neanche internet e la carta stampata. Sui quotidiani ha detto che "viviamo in una società multimediale dove convivono passato, presente e futuro. Dove il passato è la carta stampata, che appartiene ad una società non connessa", ma il colpo più duro è inferto al web, dove anche qui, non va bene il tipo di informazione che viene fatta.

Internet secondo il consigliere Rai è finita per "per mostrare tutti i suoi limiti, facendo spazio allo sviluppo dei Big Data e cedendo all’informazione commercialeù".

Infine, ne ha avuto anche per Twitter, "che è l’equazione - ha detto - della semplicità e che santifica ciò che siamo diventati: degli enunciatori. La vittoria del pensiero semplice, sempre meno articolato. Di fronte alla complessità della condizione odierna, nessuno pensa più di capire qualcosa, ma pensa invece a fare battute in 140 caratteri o poco meno".

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