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Definirlo semplicemente documentario non si può, non fosse perché le dieci puntate tutte strettamente collegate le une con le altre disegnano una storia narrativamente perfetta. The Vietnam War: A film di Ken Burns e Lynn Novick da la stessa sensazione che si può provare seguendo le vicende di Band of Brothers o un film come Platoon. Però le persone sono vere, veri i filmati, incredibili le interviste.

Nelle diciotto ore di programma, disponibile integralmente su Netflix, si ripercorre un pezzo di storia dolorosa ma anche avvincente.

A tratti i filmati d'epoca sono così ben montati, come nel secondo episodio quando viene raccontata la battaglia di Ap Bac, che la sensazione filmica è assoluta. Però è la realtà, la realtà di una guerra che sfuggì di mano alla più grande super potenza del pianeta. Non per mancanza di forza ma per mancanza di comprensione degli eventi.

Ma da questo punto di vista è riconosciuto che Burns è uno dei registi più bravi al mondo nell'utilizzo dei materiali d'archivio. Quindi ancora più stupefacente la parte fatta soltanto di interviste dei protagonisti: soldati vietnamiti del Sud, viet cong, marines, politici americani e vietnamiti... Sguardi parole, dubbi, rimpianti, giudizi mai di parte aiutano chi guarda a vedere la complessità di una guerra che ha lasciato un segno indelebile in entrambe le parti. Indimenticabile l'intervista a un operatore radio: «Sono tornato, ma non sono mai più riuscito a dormire al buio. Se c'è buio sono ancora là, e li sento strisciare...

Ho dovuto spiegare hai miei figli perché papà dormiva con una lucina notturna esattamente come loro».

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