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Georgette Polizzi: "Quando ho scoperto la malattia ho pensato di uccidermi"

Georgette Polizzi si racconta a Seconda Vita e confessa di aver pensato al suicidio quando ascoltò i medici in ospedale pronunciare la parola "SLA"

Georgette Polizzi: "Quando ho scoperto la malattia ho pensato di uccidermi"

Protagonista dell’appuntamento su Real Time con Seconda Vita, Georgette Polizzi si è concessa per una lunga intervista con Gabriele Parpiglia durante la quale ha raccontato i numerosi drammi che hanno costellato la sua esistenza.

Divenuta nota per aver partecipato a Temptation Island insieme a Davide Tresse, oggi suo marito, Georgette non ha avuto una vita semplice fin da quando era bambina. Abbandonata dal padre, che credeva fosse morto ma che ha scoperto, solo poco tempo fa, essere vivo e non troppo distante da dove lei vive attualmente, la Polizzi è stata vittima di bullismo. “Che una donna bianca avesse una figlia di colore, non era una cosa ben vista - ha raccontato la fashion stylist ai microfoni di Real Time - . Mi tiravano i sassi in testa, ne ho sofferto molto. Quindi lei ha cercato di costruire una favola che è diventata anche la mia verità”.

La vita di Georgette, poi, è stata segnata profondamente dalla morte della madre, uccisa dall’ex compagno che, oggi, è un omicida a piede libero; da un ex fidanzato che mise incinta la sua migliore amica, e, in ultimo, dalla sclerosi multipla che ha scoperto lo scorso 23 aprile. “Io non mi sentivo già bene, però ho voluto fare ugualmente l’open day. Quel giorno sono venute circa 400 persone, ma il mio corpo mi stava già abbandonando – ha iniziato a raccontare la Polizzi - . Non avvertivo più stimoli sul mio corpo. Quando le persone mi abbracciavano non sentivo nulla. Davide mi porta a casa, vado in bagno e sono caduta. Non ho più avuto il controllo del corpo”.

Portata dal medico, Georgette scoprì di essere malata. “Penso che il Signore non poteva darmi castigo peggiore. Tra tutte le malattie, mi ha dato la sclerosi multipla che è la malattia della stanchezza. Io, che sono una che lavora sempre, faccio fatica a credere che posso avere questa cosa qui – ha continuato a spiegare la Polizzi, tornando con la memoria ai giorni trascorsi in ospedale - . I medici parlavano in corridoio e ho sentito la parola SLA. Lì ho pensato che volevo ammazzarmi. Volevo uccidermi”. “Poi sono arrivati da me con una carrozzina e quel giorno ho pianto 24 ore su 24 – ha aggiunto lei - . Non riuscivo ad immaginare me su una carrozzina così”.

Con grinta e forza di volontà, però, Georgette ha reagito alla malattia ed è riuscita a rialzarsi pur consapevole che questo problema potrebbe tornare a farsi vivo quando meno se lo aspetta.

Per aiutare la ricerca, la Polizzi ha anche fondato un’associazione volta a raccogliere del denaro che lei, mensilmente, devolve all’AISM perché, se un tempo si rimaneva paralizzati, oggi la ricerca ha fatto passi in avanti che hanno permesso a lei e a molti altri affetti da sclerosi di poter condurre una vita quasi normale.

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