Cultura e Spettacoli

La ghostwriter di Giulia De Lellis: "Avevo un blog anonimo. Il mio capo non poteva leggere dei tipi di pene che descrivevo"

La ghost writer di Giulia De Lellis parla a ruota libera del suo lavoro, del libro e di come ha affrontato le critiche

La ghostwriter di Giulia De Lellis: "Avevo un blog anonimo. Il mio capo non poteva leggere dei tipi di pene che descrivevo"

Il libro di Giulia De Lellis è stato un gran successo. Lei non se lo aspettava, le malelingue neppure e invece tutti quelli che lo hanno letto si sono ritrovati nelle sue parole. Nei suoi nervosismi, nei suoi "colpi di testa" e nella sua sofferenza. Ora, a dire qualcosa in più è la coautrice di Le corna stanno bene su tutto (ma io stavo meglio senza).

Intervistata da IlMessaggero, non ha freni, ma soprattutto non ha problemi a spiegare il suo punto di vista. "Era ora. È un bene che gli intellettuali si sentano costretti a riflettere sull'origine di questa cosiddetta degenerazione culturale. Su cosa piaccia alla gente e sul perché le piaccia", dice Stella Pulpo. E Stella sa bene cosa piace ai lettori. La Pulpo ha 34 anni e 20 di carriera. Quando aveva 26 anni lanciò anonimamente il blog memoriediunavagina, piccolo fenomeno da 70.000 contatti a settimana: un diario, ancora attivo, incentrato sulle avventure erotico-sentimentali di una ragazza che aveva appena lasciato (causa corna) il fidanzato.

"Nella mia vita - continua a ilMessaggero - ho provato tutte le posizioni sentimentali: fidanzata, tradita, traditrice, amica, amica tradita. Il blog era anonimo, cosa che mi permetteva di essere spudorata. Avevo un lavoro ufficiale, in un'agenzia di comunicazione: non potevo rischiare che il mio presidente si trovasse a leggere le tipologie di peni che descrivevo in rete".

Stella, quindi, se ne intende della materia (purtroppo - tempo - un po' tutte le donne). Così, confessa, il libro è stato scritto in brevissimo tempo. "I fan sanno tutto - prosegue Stella -. Deve esserci coerenza tra il libro e le instagram stories, o la scrittura suona falsa. Ogni tanto Giulia mi correggeva sui dettagli: 'Questa cosa, mi diceva, non la bevo, quest'altra non la indosso'. Ci incontravamo, Giulia parlava a ruota libera, io tornavo a casa e mettevo in bella. Se lei aveva ispirazioni nella notte me le mandava via messaggini e io integravo. La custode del file sono sempre stata io".

La ghostwriter si dice una femminista orgogliosa, e spiega di aver scritto questo libro con la De Lellis "lo scorso marzo, quando sembrava che dire di essere femminista fosse come dire di essere necrofila. L'ho fatto per reazione. Ma sono femminista. E sono radicale su tante cose". Non si sarebbe mai aspettata tutto questo successo e all'inizio ha sofferto pure delle critiche. Ma ora è felice e soddisfatta: il libro di Giulia piace.

E non poco.

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