Cultura e Spettacoli

Greta Garbo e quella fuga d'amore in Italia

Nel 1938, la luna di miele della diva con il direttore d'orchestra Leopold Stokowsky, che due anni dopo curerà le musiche del capolavoro Disney Fantasia

Greta Garbo e quella fuga d'amore in Italia

Quando Greta Garbo decise di scappare da Hollywood scelse l’Italia, o meglio la costiera amalfitana. A Ravello la grandissima attrice, in fuga dagli Stati Uniti, si rifugiò a Villa Cimbrone dove consumò una vera e propria fuga d’amore con il direttore d’orchesta Leopold Stokowsky.

Nella primavera del 1938, proprio mentre la Germania iniziava a metter le mani sul territorio dei Sudeti e l’Europa cominciava a tremare al solo pensiero di una nuova guerra (che poi esploderà nel 1939) e il mondo già ribolliva di tensione e paura, la Garbo fuggì a Napoli e, da qui, raggiunse Ravello. Non era sola. Si accompagnava a un uomo di mezza età ma che avrebbe mantenuto sempre uno spirito giovanissimo e che, in quei momenti, aveva divorziato da poco con la moglie, negli States. Questi era Leopold Stokowsky, direttore d’orchestra che nel 1940 scandalizzerà quello che era allora il mondo (un po’ snob?) della musica perché dirigerà l'orchestra di Filadelfia per le musiche di quel capolavoro che è, ancora oggi, Fantasia di Walt Disney.

Per sviare i giornalisti dell’epoca, attentissimi a ogni movimento della divina Garbo e dell’avventuroso Maestro, le tentarono tutte. Scesero in due alberghi diversi, mantennero un riserbo eccezionale, come era da costume – del resto – della stessa Garbo. Intanto le chiacchiere si affastellavano, si ammonticchiavano e da un momento all’altro ci si aspettava addirittura l’annuncio delle nozze, magari già avvenute, in forma segreta.

Non fu nulla di tutto ciò. La Garbo e Stokowski vissero quel che rimase della loro passione nel paradiso che già affascinò Richard Wagner che, proprio qui a villa Rufolo, trovò l’ispirazione per i giardini di Klingsor del “suo” Parsifal.

Le strade dell’attrice e del direttore d’orchestra, tumultuosamente come s’unirono, così si divisero. Lui continuò a vivere pericolosamente, finendo per rappresentare un’icona troppo esuberante e chiacchierata per conquistare la consacrazione (che invece avrebbe meritato) da gigante della musica. Lei, invece, si ritirerà dalle scene tre anni dopo, nel 1941. Tra di loro non poteva funzionare, la Garbo (che pure ebbe molte amicizie saffiche) non poteva sostenere un uomo dalla personalità travolgente, da bon vivant, di Stokowsky che, da parte sua, mai avrebbe ceduto a farsi cavalier servente della grande diva.

A Ravello, nel parco di Villa Cimbrone dove la Garbo e Stokowsky vissero la loro fuga d’amore, l’episodio è leggenda. E lo ricorda una delle tantissime targhe che scandiscono il dedalo di viuzze del centro amalfitano.

“Qui, nella primavera del 1938, la divina Greta Garbo, sottraendosi al clamore di Hollywood, conobbe con Leopold Stokowsky ore di segreta felicità”.

Commenti