Cultura e Spettacoli

"I miei duetti con i big sono come una tournée nella canzone italiana"

In "Il treno dell'anima" che esce oggi ci sono Ligabue, Antonacci, Jovanotti e tanti altri

"I miei duetti con i big sono come una tournée nella canzone italiana"

È sempre alla ricerca del suono inedito, sempre a caccia di invenzioni da legare o alla tradizione o al presente proiettato nel futuro. Non si è mai perso nei meandri della musica, pur avendo suonato rock e pop, musica tradizionale e popolare e persino musica classica. È un fiume in piena, Enzo Avitabile ed ha anche molti amici, visto che i personaggi che hanno lavorato con lui - da James Brown a Tina Turner, passando per David Crosby - sono praticamente tutti i grandi della musica. Così ha deciso di radunarne alcuni - Ligabue, Edoardo Bennato, Jovanotti, Biagio Antonacci, Giuliano Sangiorgi, Rocco Hunt e Boodabash - per il bel disco di duetti Il treno dell'anima in uscita oggi.

Lei è in perenne tournée con il suo gruppo popolare e i Bottari di Portico. Dove ha trovato il tempo per questo album?

«Io vivo di musica e volevo proporre un album pop di qualità, ma senza snaturarne le radici, un album che fa compagnia, a tratti imprevedibile. Insomma, un album che non rompa».

Un progetto ambizioso.

«È un'operazione sulla canzone italiana adattata ad alcuni momenti della mia vita. Un lavoro semplice, ma ci sono emozioni, vibrazioni; le cose belle e le cose brutte della vita. Se dovessi definirlo direi che è un album dal suono suonante. C'è una sola cosa che manca in questo album, ed è Pino Daniele, che con me ha cantato il suo ultimo pezzo in napoletano».

Ci sono partecipazioni importanti, come quella di Ligabue.

«Amo Ligabue e il suo rock basico. Oggi il suono è omologato, con lui ero certo di tirare fuori un brano rock semplice, quasi minimale, ma incisivo».

Bennato è un suo conterraneo.

«Sì, e anche lui racconta le piccole glorie e le miserie della nostra vita, mettendo in campo in primo piano le emozioni».

Jovanotti?

«Il nostro è un rapporto, un'amicizia di lunga data. Il primo brano del disco è nato con lui. È una forza della natura, io ho lavorato con lui in parecchi suoi dischi, compreso l'ultimo, e mi sono divertito a partecipare al Jova Beach Party».

Rocco Hunt e i Boomdabash, invece, sono i più moderni. Che cosa pensa della musica di oggi?

«Ho detto che è omologata, ma ci sono tanti nuovi fermenti. Io ho preso parte al primo disco di Rocco che, come i Boomdabash, ha un senso del ritmo e dello spettacolo incredibile».

Jonathan Demme ha girato un film biografico sulla sua vita presentato qualche anno fa alla Mostra del Cinema di Venezia. Nella pellicola ci sono incontri importanti, come quello con David Crosby.

«Un onore per me questo film che racconta in modo esaustivo ma conciso la mia carriera. Incontri, suoni, colori, fatiche ma anche mille soddisfazioni. E poi personaggi incredibili come Crosby, che però non è per nulla un uomo facile con cui trattare».

Black Tarantella, anch'esso ricco di ospiti, è un altro disco che mette insieme artisti africani e italiani in una sorta di melting pot melodico.

«Volevamo unire suoni africani e americani con la nostra mediterraneità».

Non si è fatto mancare neppure la musica classica.

«Ho scritto anche alcune opere, tra cui una sinfonia diretta dal maestro Pippo Del Bono, ma sempre all'insegna della musica semplice».

Da molto tempo ormai tiene in piedi la tradizione folk, sempre naturalmente diversificata, con i Bottari di Portico.

«Sì, abbiamo una band con tanto di fiati accanto ai Bottari che suonano botti, tini e cose del genere. Uno spettacolo atipico e molto suggestivo che porto con successo in giro non solo per l'Italia, ma anche dall'Inghilterra al Marocco. Mi gratifica molto».

Porterà in concerto il nuovo disco?

«No, il mio scopo non è andare in giro a promuovere le canzoni. E poi sono tutti duetti.

Magari un giorno ci incontreremo con Ligabue e faremo un duetto, ma per ora la mia attività dal vivo è dedicata ai Bottari».

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