Cultura e Spettacoli

«I neonati capiscono Bach, io non capisco i Lang Lang»

Il grande pianista iraniano va fortissimo con un delicato cd di classica pensato per i bimbi. «Non siamo al mondo per mostrare i muscoli...»

Il pianista Ramin Bahrami, 38 anni, è cresciuto a Teheran, sotto le bombe di Saddam Hussein. «Per fortuna c'era un ottimo sistema di bunker...», dice. Aveva sei anni quando vide per l'ultima volta il padre: perseguitato dal regime degli ayatollah e morto in carcere nel 1990. Ora, a sua volta padre di Maria Shahin, bimba di quattro mesi, scala le classifiche discografiche con Bach for babies (Decca), che contiene brani quasi tutti di Johann Sebastian Bach. Il cd sale nella classifica Top of the Music GfK dei dischi più venduti, proprio come accadde con altre sue incisioni, vedi il caso clamoroso di Arte della fuga , opera di super intelletto finita nelle classifiche pop.

Come si sta da padri?

«Con gioiellini come questi, si sta da Dio. È bello vedere quante scoperte e conoscenze quotidiane possono fare i bimbi. Mia figlia già comincia ad amare la musica, è la prima fan di Bach for babies . Del resto, ha iniziato ad ascoltare queste ninna nanna già nel grembo. Non vedo l'ora che le canti. Spero fra qualche mese».

Non le sembra un po' presto?

«Anch'io ho imparato prestissimo tre lingue. E ascoltavo musica: dalle Sinfonie di Beethoven a Elvis Presley. Avevo un padre eclettico».

Che cosa vuol dire ascoltare Bach fin da piccoli?

«Esercitarsi subito alla bellezza».

Che è il tema del suo ultimo libro, fresco di stampa, Il suono dell'Occidente (Mondadori)...

«In questo volume esploro i capolavori di 14 compositori occidentali, tutti geniali, e con vite speciali. Capolavori che dimostrano come la musica sia l'arte del dialogo, della coesistenza delle diversità. Confrontarsi con queste opere assolute educa a una vita fatta di bellezza».

Che cosa significa la doppia uscita di libro e cd?

«Che la musica è la filosofia più alta dell'uomo. Non ha bisogno di formule matematiche o di parole per raccontarsi. È l'arte più efficace per esprimere le cose più nascoste, cose che i bimbi hanno dentro. Quando mia figlia ha ascoltato l'aria di Pamina del Flauto magico ha fatto un sorriso sornione. E con un altro brano di Bach sembrava quasi triste. La musica arriva a qualsiasi età».

Per chi è pensato questo cd?

«Per i bimbi di 3 mesi, 3 anni, 30 anni e 80 anni. Per tutti. Si rivolge alle mamme, ai loro figli, a tutti gli educatori, è pensato per fare compagnia agli animi che amano sentirsi sereni, distraendosi dalla frenesia quotidiana. I capolavori artistici, penso a quelli inseriti nel mio libro, hanno la stessa importanza a livello emotivo di invenzioni come computer, internet, telefono».

Bach è lo Steve Jobs delle emozioni?

«Esatto. È un irripetibile produttore di emozioni, cioè di scosse elettriche che si vivono senza sapere il perché».

Suonerebbe per i Mondiali di Calcio o le Olimpiadi? Aderirebbe ai concertoni per grandi platee?

«Certo. Quel che non approvo di queste manifestazioni è l'inciucio».

Inciucio?

«Non amo abbinare gianduiotti a cheesburger, o il pesce alla cocacola, come suggerisce uno chef stellato. Che male c'è a proporre solo classica, o solo Bach?».

Cioè disapprova certi fenomeni di ultima generazione tipo i Lang Lang?

«Credo che il pianoforte debba essere un mezzo d'espressione, e come tale lo amo all'infinito. Siamo al mondo per esprimere un messaggio più alto della musica, e non per mostrare i muscoli. Non mi piace l'atletica insana votata al puro esibizionismo.

Quando vedo certe macchine tedesche o francesi o cinesi mi chiedo, “ma chi glielo fa fare”?».

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