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Psycho inquadratura per inquadratura: un remake inutile?

Psycho è il film con cui Gus Van Sant ha voluto omaggiare Alfred Hitchcock e il suo thriller più famoso, realizzato un remake inquadratura per inquadratura

Psycho inquadratura per inquadratura: un remake inutile?

Psycho è il film di Gus Van Sant che andrà in onda questa sera alle 21.13 su Iris. Si tratta della pellicola del 1998 con cui il regista statunitense decise di omaggiare lo Psyco originale di Alfred Hitchcock realizzando una vera e propria copia conforme.

Psycho, la trama

Avendo scelto di fare un cosiddetto remake shot-for-shot, cioè inquadratura per inquadratura, il film di Gus Van Sant presenta la stessa trama di Psyco del 1960. Marion Crane (Anne Heche) è una donna comune che ruba all'azienda per cui lavora circa 400.000 dollari. Il suo piano è quello di fuggire insieme al fidanzato Sam (Viggo Mortensen), ma i piani vanno presto all'aria e, a causa di un temporale, la donna è costretta a fermarsi nel Bates Motel, diretto dall'inquietante Norman Bates (Vince Vaunghn) che sembra avere dei problemi relazionali con la madre. Per Marion, tuttavia, il viaggio si trasforma in un incubo quando diventa vittima di un terribile omicidio. Dopo la scomparsa di Marion, Sam viene raggiunto dalla sorella di lei, Lila (Julienne Moore) e dal detectve Milton (William H. Macy), tutti determinati a scoprire cosa sia veramente successo alla donna scomparsa. E l'indagine, naturalmente, li porterà di nuovo al Bates Motel.

Un film realizzato inquadratura per inquadratura

La caratteristica dello Psycho di Gus Van Sant è quella, appunto, di aver realizzato una copia del film omonimo di Alfred Hitchcock. Il film del regista statunitense non è solo un remake, ma è un remake fatto inquadratura per inquadratura. Gus Van Sant voleva che il suo remake fosse così dettagliatamente uguale al film precedente che, secondo il sito dell'Internet Movie Data Base, era solito portare sempre con sé un lettore DVD e il disco del film di Hitchcock, di modo da poterlo vedere ogni volta che aveva bisogno di un riferimento o di ricontrollare i dettagli. L'ossessione di Gus Van Sant per l'idea di fare un film completamente identito era tale che, secondo IMDB, scelse di lasciare invariati anche gli errori. Se, ad esempio, durante una scena del film di Hitchcock notava degli errori di continuità o di produzione, Gus Van Sant li riproponeva pedissequamente: in una scena del film del 1960 si vedono i protagonisti aprire una porta senza le chiavi? Nel film di Gus Van Sant viene riproposta la stessa scena con lo stesso errore.

Naturalmente vista la natura straordinaria di questa operazione - un remake inquadratura per inquadratura, uguale anche nei dettagli più minuziosi- ha acceso la curiosità non solo degli spettatori, ma anche della critica che si è interrogata sull'utilità di riproporre un film che fosse uguale a quello precedente. Interrogato sulla questione, sul perché avesse fatto un remake uguale al precedente ma a colori, Gus Van Sant, secondo IMDB, ha risposto: "Così nessun altro lo avrebbe fatto". Alla base della decisione del regista, dunque, sembra esserci un amore così profondo per il film originale dal volerlo in qualche modo togliere dal mercato, rendere impossibile l'idea di farne un vero e proprio remake. Peccato che alla critica non sia piaciuta molto questa operazione. Roger Ebert, critico del Chicago Sun Times, ad esempio, scrisse: "Il film è un esperimento inestimabile per la teoria del cinema, perché dimostra che un remake inquadratura per inquadratura non ha senso. Il genio, a quanto pare, sta da qualche parte dietro o tra le inquadrature".

Differente l'opinione della figlia di Alfred Hitchcock, Patricia Hitchcock O'Connell che, secondo l'Internet Movie Data Base, ha spiegato che un remake inquadratura per inquadratura è qualcosa che suo padre avrebbe amato fare. D'altra parte Hitchcock aveva realizzato un remake del suo stesso film: L'uomo che sapeva troppo, pellicola del 1934 rifatta nel 1956 e sebbene non fosse un remake shot-for-shot, apre comunque le porte all'idea che il regista non si sarebbe scagliato contro la pellicola di Gus Van Sant.

Il remake di Psycho inquadratura per inquadratura non ha alcuna utilità all'interno della cinematografia, ma assume invece significato se la si guarda nell'ottica di un regista che voleva omaggiare un collega molto apprezzato. Questo è dimostrato dal fatto che il film di Gus Van Sant si apre con una lunga ripresa in movimento sulla città, da concludersi dentro la stanza in cui si trovano Marion e Sam. Una ripresa che Hitchcock avrebbe voluto inserire nel suo film, ma alla quale dovette rinunciare perché la tecnologia non era stata ancora perfezionata e dovette accontentarsi di mettere insieme più riprese legate tra loro attraverso delle dissolvenze.

Gus Van Sant, invece, ha realizzato l'apertura che Hitchcock ha sempre sognato.

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