Cultura e Spettacoli

Jago, il mago del marmo entra nell'intimo dell'opera

Stefano Duranti Poccetti

Non è un caso che a 31 anni Jacopo Cardillo, in arte Jago, possa vantare mostre in spazi museali italiani e una Biennale di Venezia . Jago ha iniziato a farsi conoscere nel mondo dell'arte dal 2009 con l'esecuzione di un busto marmoreo di Papa Benedetto XVI, poi spogliato della veste ecclesiastica in seguito alle dimissioni del Pontefice, generando così l'opera Habemus Hominem. Il papa è nudo, che nel 2012 gli è valsa l'Onorificenza della Santa Sede Medaglia Pontificia. L'indiscussa capacità esecutiva di Jago (molti si domandano se le sue sculture siano stampe 3D o chissà quale diavoleria: nulla di tutto ciò, è «solo» tutto marmo lavorato a mano e scalpello) si accompagna alla capacità di penetrare nell'intimo dell'opera liberandone con potenza l'intrinseca sostanza, come nella succitata Habemus Hominem o nella più recente Excalibur (2016), dove l'artista rielabora il celebre mito «conficcando» un mitragliatore AK-47 in marmo all'interno della pietra, denunciando così la compravendita delle armi.

Jago agile lavoratore dell'Arte dunque, ma anche social man, per una non scontata capacità di comunicare l'iter della sua produzione attraverso i canali digitali.

Commenti