Cultura e Spettacoli

Jurassic World - Il dominio, il capitolo conclusivo è un inno alla nostalgia

Jurassic World - Il dominio è il capitolo conclusivo della nuova saga dedicata al mondo dei dinosauri, in cui a emergere è uno stato di nostalgia diffuso che guarda al film del 1993 di Steven Spielberg

Jurassic World - Il dominio, il capitolo conclusivo è un inno alla nostalgia

Se c'è un elemento che continua a funzionare bene nel mondo di Hollywood è la nostalgia. Come ha dimostrato l'arrivo al cinema di Top Gun: Maverick, che riusciva a conciliare il bisogno di raccontare una storia nuova rimanendo ancorato a un passato scintillante e colmo d'affetto, l'industria del cinema sembra trovare rassicurante la possibilità di sviluppare dei progetti che abbiano come salvagente un qualcosa di iconico alle spalle, che possa funzionare come paracadute. È un po' quello che succede con Jurassic World - Il dominio, terzo e ultimo capitolo del nuovo franchise ispirato al libro di Michael Crichton e al film del 1993 diretto da Steven Spielberg.

In questo terzo capitolo i dinosauri non sono più limitati in una zona chiusa da gabbie elettriche, ma stanno muovendo i primi passi nel mondo reale, dove un equilibrio tra queste creature e gli esseri umani sembra ancora molto difficile da raggiungere. Owen Grady (Chris Pratt) e Claire Dearing (Bryce Dallas Howard) si sono ritirati a vivere "nei boschi" per proteggere Maisie Lockwood (Isabella Sermon), che nel frattempo è cresciuta e non riesce più ad accettare di vivere come una reclusa, nascondendosi da un mondo che potrebbe usare la sua natura straordinaria per fare degli esperimenti. Dall'altra parte degli Stati Uniti la paleobotanica Ellie Sattler (Laura Dern) indaga su uno sciame mostruoso di cavallette modificate che devastano tutte le colture di grano, tranne quelle gestite dalla Biosyn, una multinazionale che ha sede sulle Dolomiti.

Per far luce su questo evento che sembra una vera e propria piaga biblica, Ellie chiede aiuto al vecchio amico Alan Grant (Sam Neill), invitandolo ad andare con lei alla sede della Biosyn, dove lavora il loro comune amico Ian (Jeff Goldblum). Ed è sempre alla Biosyn che viene portata anche Maisie, dopo essere stata rapita: sarà dunque compito di Owen e Claire, insieme all'aiuto della pilota Kayla (DeWanda Wise), salvare la ragazzina, anche a costo di trovarsi in una valle popolata da dinosauri e predatori.

Jurassic World - Il dominio: un film vintage

Jurassic World - Il dominio è un film che, dunque, gioca su due livelli narrativi, seguendo due narrazioni distinte che finiranno con l'intrecciarsi. Senza dubbio, la parte che funziona meglio è proprio quella che richiama in causa i vecchi protagonisti del Jurassic Park originale. Giocando proprio sulla nostalgia degli spettatori che sono cresciuti con il film del 1993, Jurassic World - Il dominio crea una sottotrama che ha nel trio formato da Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum il proprio marchio distintivo. Anche il bagaglio di ironia - da sempre caratteristica portante di questa seconda saga - è associato al "trio originale", mentre i personaggi di Owen e Claire rimangono più sullo sfondo. Quest'ultima, nello specifico, sembra rimasta intrappolata nel classico ruolo di madre preoccupata, in cui ha ben poco da fare se non piangere e aspettare di essere salvata.

Detto questo, però, va riconosciuto a Jurassic World - Il dominio la capacità di intrattenere il pubblico e di tenerlo avvinto per più di due ore. Sebbene in alcuni momenti ci siano dei brevissimi tempi morti che possono spingere a interrogarsi sulla necessità di pellicole tanto lunghe, il film diretto da Colin Trevorrow riesce a catturare l'attenzione degli spettatori e a divertirli. Viene un po' meno il lato più horror dell'operazione, quello che spingeva a saltare sulla poltrona quando i dinosauri facevano irruzione: questo anche a causa della scelta di rendere alcuni dei dinosauri con un'estetica che sembra più vicina a quella degli anni '90 che a quella già vista nei primi due capitoli della saga di Jurassic World. Questo aspetto, unito alla ricerca del senso di nostalgia, fa sì che il capitolo conclusivo della serie sia in qualche modo vintage e, per questo, affascinante.

Allo spettatore si chiede molto spesso la più totale sospensione dell'incredulità, ma il risultato è una pellicola d'azione che funziona quasi nella sua interezza e che, pur mancando di un vero e proprio antagonista, spinge anche alla riflessione sul peso che l'umanità esercita sulle risorse di un pianeta sempre più stanco.

Commenti