Cultura e Spettacoli

Kesha: "Non voglio essere ricordata come una vittima, ma come un’artista"

La popstar, ancora provata dalla vicenda giudiziaria che l'ha vista protagonista, è tornata a cantare e chiede al suo pubblico di non vederla solo come una donna vittima di molestie, ma di amarla e sostenerla per le sue canzoni e il suo talento

Kesha: "Non voglio essere ricordata come una vittima, ma come un’artista"

Tornata alla ribalta con un nuovo successo dopo essere scomparsa dai riflettori per via della dura battaglia legale contro il produttore Dr Luke, da lei accusato di averla molestata per anni e di tenerla legata contrattualmente a lui con la forza, Kesha ha voluto rilasciare un'intervista al quotidiano The Guardian per chiedere a tutti di guardarla come persona e come artista, non come vittima di abusi e violenza.

Nonostante la solidarietà dei fan e l’appoggio ottenuto durante il processo da colleghe come Lady Gaga, Iggy Azalea, Ariana Grande, Demi Lovato e Taylor Swift che arrivò a donarle 250mila euro perché potesse pagarsi il miglior team di avvocati, mentre l’hashtag #FreeKesha diventava virale sul web, la popstar ha perso la sua causa contro Dr Luke ed è ancora legata alla sua agenzia, ma ha anche tanta voglia di ricominciare. Non solo ad esibirsi, ma soprattutto a vivere dopo aver affrontato anni traumatici, che le hanno causato disturbi alimentari, depressione e attacchi di panico.

Kesha ha detto di “non voler essere etichettata o giudicata per quello che mi è successo in passato. Non voglio essere Kesha la cantante coinvolta in una tragedia”. Per la cantante la 32enne “è molto importante che le persone sappiano che non voglio essere ricordata per qualcosa che mi è stata fatta, ma per il bene che ho fatto, nella vita come nel mio lavoro”. Ma non è facile, perché la gente ricorda le sue lacrime in tribunale e i crudi resoconti giudiziari che parlavano di stupro e manipolazione psicologica. “Mi sento giudicata per quello che mi è accaduto. Come quella che dopo aver superato un periodo di m***a è finalmente riuscita a raggiungere la felicità. Ma non è così. Dio solo sa quante sedute di psicoterapia, esercizi di respirazione e ritiri di meditazione trascendentale sono serviti perché ritrovassi un po’ di serenità ed equilibrio”.

Raccontando, infine, che poco prima di salire sul palco dei Grammy Awards nel 2018 per cantare "Praying", brano autobiografico sulla sua dura esperienza, era letteralmente terrorizzata e tremava, ha detto di essersi sentita poi così sollevata quando “dopo l'esibizione mi sono resa conto di quante persone mi erano vicine. Ho ricevuto un abbraccio gigantesco da tutte loro, dal vivo e sui social. È soprattutto per loro che sono tornata a cantare”, ha concluso la star, annunciando che non ha nessuna intenzione di arrendersi, ma di essere “determinata più che mai a ottenere giustizia”.

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