Cultura e Spettacoli

"L'agenzia dei bugiardi", risate e menzogne al cinema

Commedia degli equivoci incentrata su un trio che crea alibi per professione. Più degli sketch (fin troppi) a funzionare è il cast, tanto eterogeneo quanto ben assortito.

"L'agenzia dei bugiardi", risate e menzogne al cinema

La nuova commedia di Volfango De Biasi, "L'agenzia dei bugiardi", racconta di un'azienda i cui clienti sono disposti a pagare profumatamente per avere una copertura di garantita efficacia in caso di scappatelle e altre trasgressioni.
Il titolare, Fred (Giampaolo Morelli), il cui motto recita “meglio una bella bugia che una brutta verità”, può contare sull'aiuto di un esperto di tecnologia, Diego (Herbert Ballerina) e di un apprendista, Paolo (Paolo Ruffini), narcolettico.
Quando Fred si innamora di Clio (Alessandra Mastonardi), giovane giurista con la fissa della sincerità, non può certo rivelarle di fare affari grazie a menzogne e a messe in scena. Figurarsi poi dopo aver scoperto di aver fornito una consulenza proprio al padre di lei, Alberto (Massimo Ghini), deciso a trascorrere l'anniversario di matrimonio non con la moglie (Carla Signoris) ma con la giovane amante (Diana Del Bufalo). Per una serie di bizzarre coincidenze si ritroveranno tutti nello stesso hotel per un intero weekend.
Remake della pochade francese "Alibi.com" di Philippe Lacheau, il film intrattiene alternando con grande ritmo intrighi amorosi e siparietti surreali.
La scrittura appare centrata: i dialoghi sono vivaci e il congegno comico è preciso.
"L'agenzia dei bugiardi" mischia farsa, romanticismo e nonsense, riuscendo a far apparire non banali quelle che in realtà sono classiche dinamiche da cine-panettone (il background di De Blasi). L'impresa è possibile grazie ad un cast di attori perfetti nel vestire la galleria di personaggi su cui è costruito il film: affiatati tra loro e tutti convincenti, per una volta anche Ruffini.
Si ride in più di un'occasione ma a un certo punto le gag diventano così numerose e sono inanellate talmente in fretta da rendere l'ensemble più confusionario che divertente.

Qualche taglio in fase di montaggio avrebbe giovato.

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