Cultura e Spettacoli

L'arrivederci è un addio alla vita e alle ipocrisie

di Wayne Roberts con Johnny Depp, Zoey Deutch, Danny Huston

Ipocrisie e convenzioni sono dure a morire. Non così Richard, professore di letteratura inglese in un college, che riceve dall'oncologo l'apocalittica verità sulla sua sorte. Sei mesi. È la soglia sulla quale si arresta la sua vita di insegnante e padre di famiglia. Quando riunisce moglie e figlia per dire «una cosa importante» viene preceduto da entrambe. La donna gli confessa la sua liaison clandestina con il preside e la figlia rivela la propria omosessualità. Scavalcato e classificate di scarsa importanza le ragioni del suo mancato annuncio, Richard dichiara guerra alle falsità. Estromette dalle lezioni i cacciatori di 6 politico e ai ragazzi insegna la letteratura ma soprattutto il valore dell'esistenza, frammentata nelle sue varie spigolature. Il Richard astemio e purista - e in ambito anglosassone è una notizia - assaggia droghe e alcol, restandone deluso. Decide di vivere i giorni senza falsi pudori e quell'abortito annuncio alla famiglia viene distillato in occasioni e contesti diversi. Finché...

Un Johnny Depp perfetto nei panni di un professore sopra le righe è il protagonista di un film drammatico, non particolarmente originale nei presupposti. La filmografia sul male del secolo è folta come purtroppo il numero delle diagnosi ma stavolta a sorprendere non è la disperazione che avvolge i familiari di un malato e la sua strenua lotta contro la patologia bensì l'atteggiamento verso i valori e tutto quel che resta. Perché ciò che distingue chi ha un destino segnato da chi fortunatamente non lo ha è proprio la capacità di attribuire un peso anche ai versanti apparentemente più scontati. Quelli che passano via. Quelli che è naturale che sia così. Quelli che sembrano tanto effimeri da nascondere le radici della loro importanza agli occhi superficiali dei distratti. Arrivederci professore è l'addio di un uomo che sceglie la dignità, una lezione poco scontata al giorno d'oggi.

E un film decisamente lontano dai toni tipici dei titoli dell'estate che non fa però del dramma cupo e lacrimevole la sua cifra stilistica più evidente.

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