Figli d'arte

Leo Gassmann: "Papà Alessandro mi ha regalato la libertà"

Leo Gassmann un figlio d'arte con la testa sulle spalle, che ama la filosofia e la musica (sta già preparando l'album, sognando Sanremo), rispetta gli anziani e tiene stretto il regalo più grande che i suoi genitori possano avergli fatto: la libertà di scegliere e di sbagliare

Leo Gassmann: "Papà Alessandro mi ha regalato la libertà"

A soli 21 anni sembra già avere chiara la sua missione di vita: raggiungere piccoli obbiettivi, poco per volta. Leo Gassmann è il figlio di Alessandro Gassmann (dunque nipote di Vittorio) e dell’attrice Sabrina Knaflitz. Il pubblico televisivo lo conosce perché è stato tra i protagonisti della scorsa edizione di X Factor, per un pelo non ha agguantato la finale. Ha al suo attivo gli inediti “Piume”, uscito dopo X Factor, e “Cosa sarà di noi?”. Ma sta già preparando un singolo estivo, un disco con il sogno di arrivare a Sanremo Giovani. Nella lunga chiacchierata con Ilgiornale.it è emerso il ritratto di un ragazzo con la testa sulle spalle, che ama la filosofia, rispetta gli anziani e tiene stretto il regalo più grande che i suoi genitori possano avergli fatto: la libertà di scegliere e di sbagliare. E dà un consiglio a Ultimo.

Cosa ti hanno insegnato i tuoi genitori?
“Sono sempre stato predisposto all'ascolto e alla condivisione, sono tra i valori che i miei genitori mi hanno insegnato: ascolta sempre chi è più grande di te perché hai solo da imparare. Non ho mai avuto grandi difficoltà nei rapporti umani anche se ho selezionato anche io i rapporti, non mi lego morbosamente alle persone e sono mosso sempre dalla voglia di dare anziché ricevere. Ci sono tante persone che mi vogliono bene”.

Hai dichiarato: “Mi reputo un ragazzo fortunato, ma la mia è una condizione anche impegnativa”. Cosa volevi dire?
“Mi metto sempre sotto esame, nel senso che ogni giorno cerco di migliorarmi e quando raggiungo un obiettivo alla lunga potrebbe essere un difetto perché andando avanti non mi accontenterò mai di quello che ho. Quindi vivo una sorta di equilibrio tra soddisfazione e insoddisfazione, proprio come dice Vasco “è tutto un equilibrio sopra la follia”. Cerco di spingermi sempre oltre e migliorare, imparare dagli altri perché hanno tanto da insegnare”.

Tua mamma ti ha iscritto al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma: 400 aspiranti allievi e solo 2 posti a disposizione. Uno dei due l'hai ottenuto tu...
“Sì ma poi lasciato il Conservatorio perché nella vita bisogna capire quando è il tuo momento, come dice Coelho “un guerriero della luce sa quando è il momento di ritirarsi”. Ho imparato un sacco di cose, l'intonazione, leggere uno spartito poi però ad un certo punto nascono delle esigenze, di andare oltre la musica classica che non sentivo come il mio mondo. Ho capito tutto questo anche a lezione, quando dovevo cantar le note dritte al solfeggio e io invece facevo delle variazioni perché mi suonavano “meglio”. Ovviamente la professoressa si arrabbiava! Non mi ritrovavo in quegli schemi rigidi anche perché l'arte è fatta di diversità e non è unidirezionale”.

Una cosa a cui tengono molto mamma e papà?
“I miei genitori sono molto molto legati al concetto di istruzione e hanno a cuore che io finisca l'università, un po' perché papà non ha fatto università e ha preferito studiare l'Accademia per diventare attore. Ci sono persone che nascono con l'attitudine di poter conciliare studio e lavoro, io vorrei fare entrambe le cose. Ho scelto di fare il liceo classico poi l’università americana John Kennedy, dove studio Arte e Comunicazione... Insomma sono sempre stato libero di scegliere, anche di fare scelte sbagliate e loro me lo dicevano senza problemi. Mamma e papà hanno ruoli diversi, mamma è più morbida nei miei confronti mentre papà è più severo. Con papà ci scontriamo anche, lui si arrabbia perché io sono sempre calmo e conciliante. Anche se devo dire che con lui ho un ottimo rapporto di amicizia basata sulla fiducia. Ad esempio, mi hanno permesso di andare a fare un viaggio in Europa con la macchina e in tenda. Speriamo che non mi buchino le gomme della macchina!”.

Andrai da solo?
“No, con la mia ragazza!”.

Tuo padre fece un famoso calendario, senza veli, nel 2001. Tu lo faresti?
"Non penso assolutamente, non sono il tipo (ride, ndr). Ma lui in quelle foto è davvero figo, le abbiamo in casa, quindi le ho sempre sotto gli occhi!".

Sei molto attivo sui social. L'altro giorno eri sul set in spiaggia. Cosa facevi?
“Stavamo girando il video del nuovo brano che esce a luglio e che si intitola “Dimmi dove sei”. Una canzone estiva, leggera, allegra e movimentata nata tre settimane fa. Inizialmente dovevo registrare un altro brano, ma poi è arrivata “Dimmi dove sei”. Io spesso scrivo e compongo a casa e mi faccio aiutare dal giovane producer Matteo Costanzo. Questa sarà una canzone diversa dal precedente singolo “Cosa sarà di noi?”. Ho aggiunto almeno 240 voci diverse nei cori. Mi piace sperimentare, soprattutto scrivere tanto e ho già pronto il disco”.

In questo momento sei molto indaffarato con la musica. Come nasce un brano?
“Sfrutto i social per guardare cosa succede in giro, quando mi sposto lo faccio con i mezzi e ascolto la gente per strada anche per farmi raccontare le loro storie, alcune mi emozionano tanto. Poi riporto tutto con la massima semplicità. Le parole hanno un valore simbolico, importante e in questo Vasco Rossi ha fatto da apripista nel concetto di semplificazione ed efficacia del testo”.

Come sarà il tuo disco?
“Il mio disco sarà in italiano ma ci saranno dei brani in inglese anche perché io mi esprimo in questa lingua anche all'università. Come stile vorrei fosse come quello di Paolo di Nutini, molto acustico, strumentale, intimo n cui viene evidenziata la mia voce. Le canzoni parleranno delle varie situazioni che ho vissuto ma anche di storie che ho ascoltato”.

Cosa ti ha insegnato l'esperienza a X Factor?
"Non ho mai vissuto l'esperienza a X Factor con il concerto di competizione. Me la sono goduta appieno, certo ci sono stati dei momenti di stress perché mi mancavano gli affetti, ma sono andato lì per imparare dai professionisti. Poi c'è stata Mara Maionchi e mi sono affidato completamente a lei, anche nella scelta dei brani, perché è una discografica di esperienza e da lei ho solo da imparare. Se lei dice una cosa è quella giusta".

Con chi sei rimasto in contatto?
“Con Anastasio. Sono molto legato a Marco e siamo molto amici, ci vediamo spesso. Un duetto con lui? Non glielo chiederei mai, in passato qualcosa assieme avevamo fatto nel loft di X Factor solo per divertirci. Preferirei comunque il nostro rapporto rimanesse sul piano dell'amicizia”.

Quale sarà il tuo prossimo obiettivo?
"La felicità risiede nelle piccole cose. Prendi ad esempio Ultimo, secondo me, fa l'errore di pensare in grande, dovrebbe focalizzarsi sui piccoli risultati e andare avanti. Il secondo posto a Sanremo probabilmente gli è andato stretto proprio perché ha pensato alla vittoria, ma è un risultato meraviglioso. E' normale se poi non raggiungi gli obiettivi grandi ci rimani male e a me spiace perché credo che lui abbia tutte le carte in regola per essere una persona felice se pensasse a cosa ha in mano in questo momento.

Del resto se hai tutto non sei felice al cento per cento e ci sono studi scientifici che lo dimostrano: ad esempio, le persone schifosamente ricche non sono felici e poi non ti rimane nulla".



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