Cultura e Spettacoli

L'epilogo di «Toy Story» è un gran capolavoro

di Josh Cooley con Luca Laurenti (voce), Rossella Brescia (voce)

Toy Story 4 è un film importante, necessario e non solo per lo spettatore che avrà la fortuna di vederlo. E' un lungometraggio che andrebbe mostrato a tanti sceneggiatori di Hollywood, quelli che lavorano al minimo sindacale, calpestando saghe sull'altare del «tanto la gente andrà lo stesso al cinema a vedere il sequel». E così, arrivano flop, non solo a livello artistico, ma anche, cosa peggiore per le case di produzione, di botteghino. Per fortuna, non è così per il brand di Toy Story, arrivato, in crescendo, cosa più unica che rara, al quarto e, probabilmente, ultimo capitolo di una serie che ha fatto innamorare grandi e piccoli. Sentire, come in questo episodio quattro, ridere all'unisono spettatori di ogni età, è sintomatico di come questo cartone abbia davvero fatto centro.

Mai banale, eppure egualmente divertente, il film affronta il tema del cambiamento e del ruolo che ognuno di noi ricopre. Andare all'asilo e poi a scuola, può spaventare, come accade alla piccola Bonnie, ma va affrontato con la giusta serenità. Crescere è anche trovare lo scopo della propria vita, magari facendosi da parte, come succede a Woody, per il bene di chi si ama. Ci sono tanti personaggi nuovi in questo numero 4. A partire da Forky, assemblato dalla piccolo protagonista, nel primo giorno d'asilo, utilizzando materiale recuperato da un cestino, come, appunto, una forchetta di plastica. Come a dire che la fantasia non è stata ancora alienata dai telefonini. C'è, poi, Gabby, la «cattiva» con la quale si finisce per empatizzare, perché il suo terrore dell'abbandono, il suo veder vanificati i propri sforzi per piacere a chi ti ignora, sono sentimenti comuni a molti. Ed è un film tipicamente Disney, dove la componente femminile è quella più audace (notevole il ritorno di Bo Peep), in linea con le ultime pellicole. Toy Story 4 è perfetto per chiudere il cerchio. Come quando si abbandonano i propri giocattoli, che ci avevano aiutati a crescere, per camminare con le proprie gambe. Una dei più bei film di animazione di sempre.

Pensare che questo sia l'epilogo, fa aumentare il magone.

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