il Giornale OFF - Arte

L'Eros con ironia: questione di stile

La Venus Gallery esiste (per ora) soltanto on line e presenta opere di Chiesi, De Grandi, Monguzzi

Strano ma vero. Spesso l'arte erotica contemporanea c'entra poco o niente con l'eros. O meglio, lo usa per scandalizzare - i borghesi, come da copione, chissà se esistono più -, provocare, in breve, per proporre un'operazione intellettuale, di abbattimento delle barriere culturali considerata quasi doverosa. Una sorta di pedagogia della trasgressione, con un fondo di sottile tristezza etica.

Se il clima è questo, allora fa piacere che la prima galleria italiana dedicata all'erotismo si presenti invece con ironia e più di un ammicco alla gioia di vivere. Si chiama Venus Gallery ed esiste solo online, all'indirizzo venusgallery.it. Già dalla homepage si viene accolti da una serie di citazioni tra il serio («L'erotismo è indispensabile alla conoscenza, come la poesia» di Anais Nin) e il faceto («Risparmiate acqua, fate la doccia in due» di Mae West).

Segue catalogo di opere d'arte acquistabili, rigorosamente a tema erotico ma non pornografico, che comprende nomi notevoli come il fotografo giapponese Nobuyoshi Araki, maestro di un bianco e nero plastico con la fascinazione per il bondage, il tedesco «policentrico» Boris Hoppek, o il californiano, artista e skateboarder, Ed Templeton. Ci sono anche italiani, come Plinio Martelli (nella foto un suo scatto), Andrea Chiesi, Francesco De Grandi, Fulvia Monguzzi, in arte MissGoffetown. E proprio a partire della mostra virtuale di quest'ultima, dal titolo: «Nuoto acrobatico (da camera) ed altre discipline», si nota l'intento allegro, non «ideologico», della gallerista, la torinese Vince Porgi.

Cresciuta nella città di Artissima, della fondazione Sandretto Re Rebaudengo, del castello di Rivoli. Immersa nell'underground anche musicale della città, la Porgi si è ispirata ai diversi musei sull'arte erotica presenti in varie città del mondo, da Berlino a New York. L'idea di trasportare tutto nel mondo dell'online, per ovvie questioni di facilità di accesso, e anche di economia di esercizio, non impedisce che la galleria organizzi mostre temporanee, vernissage, interventi degli artisti. «Non vogliamo educare, ma parlare senza limiti di qualcosa di cui tutti, quotidianamente, parlano» ha dichiarato la Porgi all'apertura della galleria.

Insomma: la messa in scena dell'erotismo come esibizione volutamente pop, narrazione dell'oggi, e ironia.

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