Cultura e Spettacoli

L'incanto delle «Sorelle Materassi»

Geppi Gleijeses mette in scena una grande rilettura della commedia

Enrico Groppali

Fu profetico senza saperlo Aldo Palazzeschi quando nel 1934 diede alle stampe il suo capolavoro ovvero quel delizioso romanzo dedicato a Teresa e Carolina. Le instancabili cucitrici della bella toscana che, inconsapevoli api operaie del regime, ne consacrano i fasti divenendo artiste delle passamanerie. Proprio quando, undici anni dopo, l'aitante nipotino Remo scialacquatore di professione, ridotte in miseria le abbandona per correre da una milionaria made in USA lasciando l'Italia. Oggi questa patetica storiella di fiducia tradita è finalmente ritornata in teatro. Nel taglio esemplare dell'adattamento di Ugo Chiti, il regista Geppy Gleijeses con una maestria di straordinaria sensibilità ne ha ricavato uno spettacolo esemplare. Dove per merito delle due interpreti, la dolente Milena Vukotic superbamente contrastata dall'estro di Lucia Poli conferma la sua sensibilità. Mentre l'atletico mascalzone incarnato da Gabriele Anagni fa loro piacevolmente il verso. Così lo spettacolo compone un ritratto di un Paese appena conquistato dai motori ma già sedotto dall'avventura d'oltremare. In un contesto patetico e sorridente in cui si distingue l'acido carattere della terza sorella Giselda, di cui la spavalda Marilù Prati fa una memorabile creazione. Mentre Sandra Garuglieri disegna in caratteri dolciastri una Niobe che invano veglia sul focolare domestico. Lo spettacolo si segnala per la grazia elegante del prodotto.

Che si promuove a specchio di un atroce sgarbo maschilista di cui fanno le spese le due protagoniste che ci piacerebbe veder premiate dalle istituzioni e non solo dal commosso plauso del pubblico.

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