Cultura e Spettacoli

«Lincoln» fa il pieno Ma la vera sorpresa è l'europeo «Amour»

Se le 12 candidature agli Oscar per Lincoln di Steven Spielberg erano certamente scontate, un po' meno lo sono le altre annunciate ieri all'alba al Samuel Goldwyn Theater di Beverly Hills dall'attrice Emma Stone e dal regista (ma anche cantante, produttore, animatore...), Seth MacFarlane che condurrà la serata della 85esima edizione degli Academy Awards il prossimo 24 febbraio. Così, appena dietro al film, in uscita il 24 gennaio, sull'amato presidente degli Stati Uniti numero 16 che ha abolito quella stessa schiavitù raccontata a suo modo anche da Tarantino, ecco che troviamo con ben 11 nomination Vita di Pi (fotina sotto) di Ang Lee che visivamente è riuscito a dare un senso al sovrapprezzo praticato sui film in 3D, 8 candidature per il musical Les Misérables di Tom Hooper che vedremo il 31 gennaio e per Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook di David O. Russell in sala dal 7 marzo, 7 per Argo di e con Ben Affleck, 5 per la vera sorpresa di quest'anno Amour (fotina sopra) di Michael Haneke, a pari merito Django Unchained di Quentin Tarantino e Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, 4 per Anna Karenina di Joe Wright in uscita il 21 febbraio e per Re della terra selvaggia di Benh Zeitlin in sala il 7 febbraio.
Ma è nella composizione di queste candidature - le categorie a cui appartengono - la vera sorpresa. Così per una delle nomination più importanti, quella per la regia, troviamo sì Ang Lee, Steven Spielberg e David O. Russell ma, ad esempio, di Kathryn Bigelow che ci ha mostrato la cattura di Bin Laden come se fosse vera o di Quentin Tarantino che lavora quasi solo sulla regia neanche l'ombra.
Al loro posto troviamo il giovane Benh Zeitling, classe '82, scoperto da Robert Redford che l'ha voluto al suo Sundance Film Festival dove Re della terra selvaggia ha vinto il Gran Premio della Giuria, e poi l'austriaco settantenne Michael Haneke in questi giorni impegnato a Madrid per allestire Così fan tutte di Mozart che, con il suo racconto al limite del sadismo di una coppia di anziani, deve aver proprio stregato i coetanei giurati dell'Academy viste le nomination trasversali nelle categorie principali (come è successo al nostro Benigni) anche come miglior film, attrice, sceneggiatura originale e migliore film straniero che quasi sicuramente si trasformerà in un Oscar.
Con molte probabilità sarà Lincoln di Spielberg a fare il pieno di statuette quest'anno ma certo sarà curioso vedere se, come migliore attore, il suo protagonista Daniel Day-Lewis la spunterà. Stesso discorso per Tommy Lee Jones che in Lincoln è il repubblicano Thaddeus Stevens ed è candidato come migliore attore non protagonista e dovrà vedersela, tra gli altri, con Robert De Niro (candidato per Il Lato Positivo - Silver Linings Playbook ventuno anni dopo Cape Fear di Scorsese).
L'Italia che, come sappiamo, è rimasta a secco - Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani non è entrato tra i migliori film stranieri - si consola con il musicista Dario Marianelli candidato per la colonna sonora di Anna Karenina mentre il più grande escluso di questa edizione è Christopher Nolan che, dopo le 8 nomination e 2 Oscar nel 2008 per Il cavaliere oscuro quest'anno con il ritorno di Batman non è stato proprio preso in considerazione. Ma è in buona compagnia con Lo Hobbit e le sue 3 «miserabili» nomination.

Perché, come spesso accade con gli Oscar, «blockbuster» non è sinonimo di «statuetta».

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