Cultura e Spettacoli

Il maestro Gatti e il contratto rescisso: parlano i legali

In Olanda, si è riacceso il caso Daniele Gatti, il direttore d'orchestra che il 2 agosto venne licenziato dall'Orchestra Reale del Concertgebouw di Amsterdam. Messo alla porta - disse il management - per comportamenti ritenuti non appropriati da parte di donne dell'ente olandese e, ancora prima, per un'inchiesta del 26 luglio del Washington Post sugli artisti implicati in casi #metoo, e Gatti compariva in quella lista. Chiusa l'estate, sepolto il caso. Le fiamme sono state ravvivate dall'intervista rilasciata dal sovrintendente del Concertgebouw, Jan Raes. Domenica, a una trasmissione tv, è seguita la replica degli avvocati di Gatti, Alberto Borbon e Matteo Guidotti. I legali di Gatti avevano chiesto subito un incontro con il management dell'Orchestra, ma l'udienza è stata concessa tre mesi dopo, il 19 novembre. E lì - dicono - non hanno avuto informazione alcuna sui dati emersi dalle investigazioni interne. Ricordano poi che Gatti ebbe notizia delle lamentele delle donne olandesi solo il 2 agosto, da comunicato stampa: e non prima come sostenuto dal sovrintendente. Che non ha specificato quante donne si siano lamentate in casa Concertgebouw, «alcune», dice, si erano «sentite a disagio», un disagio però slegato dalla condotta sessuale. Arriviamo al dunque. Il silenzio di questi mesi si deve anche al fatto che Gatti non ha accettato di rinunciare al risarcimento. Le trattative erano insomma in sospeso, non chiuse ufficialmente. Tuttavia poiché «il management della RCO non ha intenzione di giungere a una soluzione amichevole, Gatti sarà costretto ad agire conseguenza», ha fatto dire, domenica, il musicista ai suoi avvocati.

Non si è trattato di un licenziamento qualunque. Nella direzione d’orchestra non conta essere ospiti occasionali degli enti di serie A, è pregevole ma non fa la differenza firmare qualche serata con i Berliner, Wiener, Chicago Symphony, Scala o Met di NY: è avere un contratto a lungo termine che fa la differenza. Conta che questi marchi d’alta gamma desiderino lavorare quotidianamente con te. La conquista del podio dell’orchestra del Concertgebouw, fra le migliori orchestre al mondo, era il sogno realizzato di Gatti. Dopo la chiusura di rapporto, la sua agenda ha perso pezzi importanti. Saltati concerti, tournée. In una fase di neo-calvinismo, ovvero di sponsor che danno solo se non c’è ombra di peccato, altri enti hanno sollevato dubbi o comunque fatto sapere che avrebbero discusso della situazione. E’ vero, chiusa la gran porta di Amsterdam, s’è aperto il sipario sull'Opera di Roma dove Gatti è ora direttore musicale. Sono arrivati incoraggiamenti anche da parte di Valery Gergiev che invita Gatti a San Pietroburgo così come Mariss Jansons fa altrettanto a Monaco. Ma per quanto l’Italia ed alcuni colleghi incoraggino l’artista, all’estero - l’estero che conta - il danno fatto è enorme.

Così come la vaghezza di risposte del management conferma che qualcosa d’altro spinse al divorzio in quel giorno di mezz’estate.

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