Cultura e Spettacoli

Così il politicamente corretto rovina i ruoli iconici

Maleficent è il live action di casa Disney che ambiva a raccontare le origini della cattiva de La bella addormentata nel bosco: ma il risultato è una fiaba stucchevole

Maleficent, così il politicamente corretto rovina i ruoli iconici

Maleficent - che andrà in onda questa sera su Rai 1 alle 21.25 - è la pellicola che vede come protagonista Angelina Jolie nei panni dell'iconica cattiva de La bella addormentata nel bosco. La pellicola Disney punta a raccontare il passato del personaggio e a spiegare al pubblico - grande e piccolo - come Malefica sia diventata il personaggio che tutti hanno conosciuto grazie al classico d'animazione della Walt Disney.

Maleficent, la trama

Uscito in sala nel 2014, Maleficent inizia intorno al XIV secolo, quando Malefica è ancora una fata buona dalle ali vaste e possenti, che vive in perfetta armonia con la natura che la circonda. Tuttavia la brughiera in cui vive viene minacciata da re Enrico, il sovrano confinante che vuole uccidere tutte le creature considerate diverse. Un giorno Malefica (Angelina Jolie) incontra il giovane Stefano (Sharlto Copley), del quale si innamora al punto da concedergli il bacio del vero amore. I suoi sentimenti, però, sono destinati a un finale tutt'altro che lieto quando Stefano, ambizioso e desideroso di diventare re, le strappa le ali per darle a re Enrico, giurargli fedeltà e sposare la principessa Leila. Malefica, dal cuore indurito per la delusione, fa crescere una foresta di rovi che separa il regno dalla brughiera. Anni dopo, quando Stefano - ormai diventato re - annuncia la nascita della primogenita Autora (Elle Fanning), Malefica si presenta al castello e getta una maledizione sulla ragazza: al compimento dei sedici anni la principessa si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morirà. Aurora viene portata via dal castello e nascosta da tre fate buone: ma Malefica riesce a trovarla e la osserva crescere, finché anche nel suo cuore di pietra si aprirà una crepa di affetto per la giovane fanciulla. Ma la paura di Stefano e le menzogne di Malefica finiranno col mettere di nuovo in pericolo la giovane Aurora.

I buoni sentimenti che rovinano i cattivi del cinema

Maleficent è un film che riesce a sedurre lo spettatore grazie alla resa visiva degli effetti speciali e, soprattutto, alle capacità di un'attrice protagonista come Angelina Jolie che riesce a essere seducente e spaventosa sotto il trucco di Malefica. Se si guardasse la pellicola solo attraverso gli occhi, nella superficialità dell'esperienza visiva, ci sarebbero davvero pochi difetti in questo live action di casa Disney volto a cercare le radici di uno dei personaggi più iconici di tutta la sua "fabbrica". Ma, fortunamente, il cinema è un'esperienza che non vive solo di ciò che si vede, ma anche (e soprattutto) del modo in cui le storie vengono raccontate. Malefica, la villain de La bella addormentata nel bosco, è uno dei personaggi più riconoscibili e paradossalmente amati dei lungometraggi d'animazione Disney. Con la sua veste nera, il copricapo unico che le incornicia il volto spigoloso e il corvo nero spesso appoggiato sul suo bastone, Malefica negli anni ha rappresentato non solo il male, ma anche il fascino che in quel male si può annidare. Malefica non è mai buona, non si apre mai a sentimenti anche solo lontanamente gentili. È semplicemente cattiva: cattiva per il gusto di esserlo, cattiva perché il male a volte non ha bisogno di spiegazioni, ma solo di esistere.

Nella vecchia scuola Disney gli eroi avevano bisogno della propria controparte oscura per imparare a scegliere il bene e a percorrere la strada giusta. C'era conflitto nei vecchi film, quel conflitto che oggi sembra mancare sempre di più nei film della nuova era Disney. Come accade anche con la Crudelia interpretata da Emma Stone, anche la Malefica di Angelina Jolie viene svestita del suo ruolo di "lupo cattivo", di antagonista da sconfiggere per far vincere il bene. Malefica, in questo film, è l'ennesima vittima di un politicamente corretto a ogni costo, in cui la "strega" diventa una "fata" e il suo rapporto di antagonismo con Aurora assume le sembianze di una relazione madre-figlia piena di zucchero e melensaggini varie.

Una trasformazione che rende quasi buffo persino il nome della protagonista: come può chiamarsi Malefica una creatura che, alla fine dei conti, non è mai davvero cattiva? Cosa c'è di malefico in una donna che si sente tradita da un uomo, ma nonostante questo finisce con l'essere una madre amorevole che riesce persino a salvare il regno che voleva distruggere? Maleficent è dunque la prova di come un buonismo forzato e senza senso possa rappresentare davvero la tomba dell'arte.

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