Cultura e Spettacoli

"Matrimonio a prima vista". Il giudice nega l'annullamento alla coppia del reality

La coppia, sposatasi all'interno del reality di Sky senza essersi mai vista prima, ha chiesto l'annullamento che però è stato negato dal giudice. Wilma e Stefano non possono neanche procedere alla separazione per alcuni errori nell'atto di matrimonio

"Matrimonio a prima vista". Il giudice nega l'annullamento alla coppia del reality

Quello che doveva essere un esperimento d'amore, per Stefano Sobin e Sara Wilma Milani si sta trasformando in un vero e proprio incubo. La coppia, formatasi all'interno del reality di Sky "Matrimonio a prima vista" alla sua seconda stagione, dopo due anni di iter giudiziario si è vista negare l'annullamento delle nozze celebrate in televisione. Secondo il giudice, infatti, la coppia era a conoscenza delle regole del programma, consapevole dunque che celebrando le nozze il rito sarebbe stato valido a tutti gli effetti.

Stefano e Wilma, 41 anni lui e 39 anni lei, avevano deciso di partecipare al reality di Sky per trovare l'amore della vita. Accoppiati da alcuni esperti sulla base delle affinità, i due si sono frequenti e poi sposati il tutto sotto l'occhio curioso della telecamera e dei telespettatori nel novembre del 2016. Purtroppo, però, la scintilla tra i due non è scoccata e proseguire il matrimonio sarebbe stata una farsa, per questo Stefano e Wilma hanno presentato in tribunale la richiesta di annullamento, motivando che "Il matrimonio non era libero perché c'era una penale". Annullamento negato, però, dal Tribunale di Pavia.

Secondo il giudice, infatti, i due erano consapevoli, firmando il contratto di "Matrimonio a prima vista" (programma che tra l'altro non ha avuto un seguito dopo il flop della seconda stagione), di quello che stavano facendo anche se era stata stabilita una penale da parte della produzione di 100mila euro (in caso di abbandono dello show prima dei 6 mesi dopo il sì). Tra l'altro, la produzione del programma aveva garantito loro la possibilità di separarsi consensualmente entro sei mesi dalle nozze, pagando però le spese di avvocati e tribunali. I due, sempre secondo il giudice, firmando il contratto avrebbero accettato anche quello. Come una vera coppia l'unica via sarebbe stata la separazione: impossibile però da chiedere a causa di alcuni errori nella trascrizione dell'atto di matrimonio: luogo delle nozze errato e data sbagliata. Insomma un vero e proprio pasticcio che non riesce a svincolare i due l'uno dall'altro.

Ora Wilma e Stefano hanno fatto sapere che ricorreranno in appelo, l'unica possibilià per riprendere ognuno la sua strada.

Commenti