Cultura e Spettacoli

Mel Gibson accusato di antisemitismo viene silurato da Netflix

Il celebre attore e regista statunitense non presterà più la sua voce al personaggio "Rocky Bulboa" nel sequel del fortunato film d'animazione "Galline in fuga"

Mel Gibson accusato di antisemitismo viene silurato da Netflix

Tempi davvero bui per Mel Gibson. Il celebre attore e regista statunitense, infatti, è stato letteralmente silurato da Netflix. Il colosso californiano dovrà distribuire in tutto il mondo il sequel del fortunato cartone animato "Galline in fuga", campione d'incassi nell'anno 2000.

Il 64enne regista de "La Passione di Cristo" avrebbe dovuto prestare nuovamente la sua voce a "Rocky Bulboa", uno dei personaggi principali del cartone, dopo aver già doppiato lo stesso personaggio durante il montaggio del film uscito oltre 20 anni fa. Mel, però, ha scoperto recentemente che i produttori della saga hanno deciso di non servirsi più di lui.

Il motivo di questa clamorosa retromarcia secondo lo statunitense "The Wrap" sarebbe da ricercare nella recente intervista rilasciata da una collega di Mel Gibson, l'attrice Winona Ryder, al tabloid britannico "Sunday Times". In quest'intervista l'attrice di "Edward mani di forbice" ha riesumato nientemeno che un episodio del lontanissimo 1995. Secondo la Ryder in quell'anno ci fu una festa alla quale partecipò uno dei suoi migliori amici (gay dichiarato) e Gibson, vistosamente ubriaco, gli disse: "Aspetta, ma potrei prendere l’Aids?"

Ma la parte peggiore dell'intervista deve ancora arrivare. Continuando a raccontarsi al Sunday Times la Rider sostiene che, sempre nel corso di quella festa, Gibson si rivolse verso di lei utilizzando il termine "Oven Dodger" - un'espressione fortemente dispregiativa atta ad indicare gli ebrei ed i forni crematori durante la seconda guerra mondiale -.

Dal canto suo Mel Gibson si era già difeso dalle gravissime accuse di antisemitismo della collega, che aveva già raccontato quest'episodio circa dieci anni fa, rigettandole al mittente e sostenendo convintamente di non aver mai pronunciato quelle scioccanti parole.

Anche in questo caso, per il tramite del suo ufficio stampa, il regista ha infatti replicato: "Ha mentito oltre un decennio fa, quando ne ha parlato con la stampa, e sta mentendo ora".

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