Cultura e Spettacoli

Molto meglio gli orchi di questi umani mosci

di Duncan Jones con Ben Foster, Dominic Cooper, Travis Fimmel, Paula Patton

È sempre un'operazione rischiosa tentare di trasporre, sul grande schermo, un videogioco famoso. A maggior ragione, se trattasi di un fantasy, genere che ha fan poco disposti a perdonare le libere interpretazioni di chi li adatta per la sala cinematografica. Capite quindi i rischi dell'avventurarsi nel variegato e complesso mondo di Warcraft, la meravigliosa saga per PC che da più di vent'anni (Warcraft: Orcs & Humans risale al 1994) fa letteralmente impazzire (di gioia) milioni di seguaci in tutto il mondo. Un azzardo per chiunque, ma non per il talentuoso Duncan Jones (figlio di David Bowie e già regista del notevole Source Code) che riesce a portare a casa un risultato più che dignitoso, cercando di «tutelare» soprattutto le esigenze dei videogiocatori rispetto a quelle degli altri spettatori, lasciati un po' nel dimenticatoio.

Con le lande di Draenor che si stanno estinguendo, agli orchi non rimane alternativa che trasformarsi in invasori e trovare nuove terre da colonizzare. L'ideale si trova al di là di un portale magico nel quale gli umani, abitanti del pacifico regno di Azeroth, si troveranno obbligati a resistere alle legioni dell'Orda, capitanate dal micidiale Gul'dan. Al re Llane tocca chiedere aiuto al cognato Lothar e al Guardiano Medivh, personaggio ambiguo, mentre sul fronte orchesco chi fa la differenza è la mente del saggio guerriero Durotan e la seducente Garona (metà umana, metà orchessa). La forza magica e letale, del Vil chi farà prevalere?

La fotografia è davvero sorprendente e il risultato della CGI di notevole impatto. Tanto da far rimpiangere che, purtroppo, esiste anche un cast umano, certamente al di sotto del livello medio, in particolare in alcune figure chiave come quella dell'aspirante mago Khadgar. La trama è un po' troppo ingenua in alcuni snodi (ad esempio, la prigioniera mezza orco che viene fatta avvicinare al re, senza problemi) e per coloro che non conoscono bene, o solo per sentito dire, il variegato mondo creato da Blizzard, i tanti personaggi che passano sullo schermo, nelle due ore a disposizione, potrebbero risultare difficili da gestire, senza perdersi.

Inutile il 3D.

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