Cultura e Spettacoli

È morto Jonathan Demme, regista de Il silenzio degli innocenti

Aveva 73 anni il regista premio Oscar, considerato tra i più importanti autori del cinema contemporaneo. Aveva diretto attori del calibro di Anthony Hopkins, Jodie Foster, Tom Hanks e Meryl Streep

È morto Jonathan Demme, regista de Il silenzio degli innocenti

Hollywood è in lutto per la morte del regista Jonathan Demme, famoso per aver diretto nel 1991"Il silenzio degli innocenti", il thriller che gli è valso il celebre premio Oscar.

Il regista, nato nel 1944, è morto a New York all'età di 73 anni a causa di un cancro all'esofago e di alcune complicazioni derivanti da malattie cardiache. A riferirre la trista notizia è stato il sito IndieWire, che ha citato una fonte vicina alla famiglia. Già nel 2010 si era sottoposto a delle cure per un cancro all'esofago, ma il tumore era però tornato nel 2015. Lascia la moglie e tre figli.

Considerato uno tra i più importanti autori del cinema contemporaneo, Jonathan Demme ha diretto capolavori indimenticabili. La sua carriera è stata caratterizzata da una straordinaria produzione creativa cominciata già negli anni '70. Demme ha debuttato con il film di bikers "Angels Hard as They Come" del 1971, per poi proseguire negli anni '80 con una serie di pellicole drammatiche, tra cui "Melvin e Howard", "Swing Shift" e "Something Wild".

Raggiunge l'apice del successo negli anni '90 con "Il silenzio degli innocenti", il capolavoro interpretato da Anthony Hopkins e Jodie Foster che vinse cinque premi Oscar, tra cui quello per la miglior regia. Nel 1993 Demme mette la firma su un altro grande successo: "Philadelphia", con protagonista Tom Hanks e premiato dall'Academy con due statuette.

Parallelamente, Demme è rimasto attivo anche nel settore documentaristico. Tra i suoi lavori più famosi in questo campo il film concerto dei Talking Heads "Stop Making Sense", e tre docu-film con Neil Young. Negli ultimi anni il regista si era dedicato alla televisione, dirigendo capitoli della serie "The Killing" e di "Shots Fired". Demme ha dimostrato un notevole talento anche nel dirigere film con una forte componente musicale: il già citato "Stop Making Sense" del1984, "Neil Young: Heart of Gold" del 2006 e "Dove eravamo rimasti" del 2015.

In tutto l'arco della sua lunga carriera ha diretto oltre trenta film, spaziando tra diversi generi dall'horror alla commedia, tra cui alcuni cult movies come "Il segno degli Hannan" (1979), "Qualcosa di travolgente" (1986) e "Una vedova allegra… ma non troppo" (1988).

Ha partecipato numerose volte alla Mostra di Venezia con alcuni suoi titoli fra i più significativi, quali "Una volta ho incontrato un miliardario" (1980, in Concorso, vincitore di due Oscar), "The Manchurian Candidate" (2004, fuori Concorso), "Man From Plains" (2007, Orizzonti Doc), "Rachel sta per sposarsi" (2008, in Concorso), "I'm Caroline Parker: the Good, the Bad and the Beautiful" (2011, Orizzonti) ed "Enzo Avitabile Music Life" (2012, fuori Concorso). Alla Mostra 2015 è stato Presidente della Giuria Orizzonti.

Il suo ultimo lavoro di finzione era stato "Dove eravamo rimasti" (2015), con Meryl Streep, presentato a Locarno, mentre lo scorso anno aveva firmato il film-concerto "Justin Timberlake + The Tennessee Kids".

Con ammirevole equilibrio tra approccio d'autore e gusto mainstream, dimensione indie e lavoro negli studios, Jonathan Demme ha saputo interpretare le mutazioni nel cinema americano tra i Settanta ad oggi con grande bravura e intelligenza, calandosi ogni volta nella sua multiforme realtà con piglio umanista e personale.

Ha saputo rileggere i generi con sensibilità moderna, si è dedicato al documentario con dedizione e coraggio, ha ridisegnato l'immaginario popolare arricchendolo di figure indimenticabili, sullo sfondo di un paesaggio americano vivace e inquieto, in perenne trasformazione, ma sempre vero, riconoscibile, non ancora passato sotto gli artifici del postmodernismo.

Commenti