Cultura e Spettacoli

Morto Sergio Altieri maestro dell'Apocalisse (e di tante altre cose)

Non so se l'etichetta «Il Maestro dell'Apocalisse» fosse stata un'intuizione editoriale dello stesso Sergio Altieri per lanciare le sue produzioni tecnothriller scritte con ritmi sincopati e con scenari avveniristici da fine millennio e perfettamente abbinabile ad alcune sue antologie di racconti (Armageddon, Hellgate, Killzone, Underworlds) e ad alcuni romanzi (Juggernaut e Magellan). So per certo che sorrideva quando qualcuno la usava nei suoi confronti e so anche che quella definizione non basta a descrivere la forza narrativa di un autore poliedrico e camaleontico come lui, scomparso ieri all'età di 65 anni. Sergio Altieri è stato uno dei pochi traduttori che abbia saputo dare una voce sincera a scrittori come Andy McNab, Brian Herbert, H. P. Lovecraft, Raymond Chandler, Dashiell Hammett, George R. R. Martin. E da ognuno di loro sosteneva di avere imparato un po' del suo mestiere, lui che laureato in ingegneria meccanica aveva mostrato di percorrere abilmente il terreno del thriller d'ambientazione internazionale fin dal suo romanzo d'esordio Città oscura (1980), dove Los Angeles veniva descritta come buia e lacerata dalle guerre urbane dodici anni prima della celebre rivolta del 1992.

Per quel romanzo l'editore Dall'Oglio decise di assegnargli lo pseudonimo di Alan D. Altieri, nom de plume con il quale avrebbe da allora firmato tutte le sue opere. Fu quella storia a convincere il produttore Dino De Laurentiis ad affidargli il ruolo di story editor internazionale di alcune sue produzioni. Fra il 1983 e il 1987 Altieri, trasferitosi proprio in quella Los Angeles da lui descritta avrà l'opportunità di veder nascere pellicole come Atto di forza, Conan il distruttore, L'anno del dragone, Velluto blu e affinerà una tecnica di scrittura tutta particolare, fatta di zoommate, flashback, flashforward e roboanti onomatopee che costituirà la cifra stilistica di tutte le sue storie successive. Avventure in cui le armi e gli uomini hanno lo stesso peso e in cui gli eroi sono sempre coperti di fango e di sangue. Con L'uomo esterno (1992) Altieri dimostrerà di saper raccontare storie di killer ambientate a Milano e la trasposizione televisiva per Mediaset di quell'opera gli darà l'opportunità di lavorare su una storia nera importante come quella raccontata nella fiction La Uno Bianca. Sarà però il successivo romanzo fantatecnologico Kondor a fargli vincere meritatamente nel 1997 il Premio Scerbanenco. Un'onorificenza che lo sprona a cambiare ancora una volta pelle con Campo di fuoco (1998), inizio di una fortunata saga dedicata al granitico Sniper, cecchino professionista abituato a combattere nei territori più ostili del pianeta.

Mercenari ed eretici saranno anche alcuni dei protagonisti dell'incredibile trilogia Magdeburg, prodotta fra il 2005 e il 2007 per l'editore Corbaccio e dislocata nella Germania del 1630, in piena Guerra dei Trent'anni. Tre romanzi che mescolano generi come lo storico, il bellico, il gotico e il fantasy e mostrano quanto Altieri fosse consapevole dell'epicità di una saga come quella de Le Cronache del ghiaccio e del fuoco. Romanzi da lui tradotti negli anni sudando letteralmente sette camicie per poter restare fedele ai testi del visionario narratore americano George R. R. Martin. Fra il 2006 e il 2011 Mondadori affiderà ad Altieri il ruolo di direttore editoriale delle collane da edicola di Mondadori, permettendogli di costruire un nuovo innovativo catalogo di autori italiani e internazionali. E le successive collaborazioni con Feltrinelli e Sem lo hanno visto cercare ancora una volta linfa vitale nella letteratura di genere che ha costituito il dna di tutta la sua vita.

Luca Crovi

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