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La Nebbia: quando Stephen King non è sinonimo di successo

I racconti di Stephen King non hanno sempre una trasposizione di successo sul piccolo schermo: La Nebbia è uno di questi casi

La Nebbia: quando Stephen King non è sinonimo di successo

La Nebbia è una serie tv del canale Spike, trasmessa ora da Netflix e basata sull’omonimo racconto di Stephen King. La Nebbia è uscita un anno fa e, purtroppo, ha avuto solo una stagione. Purtroppo perché, durante la sua visione, ci si convince sempre di più che meritasse una seconda stagione. Infatti, se nel pilot e nel secondo episodio non si è convinti della storia e dei personaggi, nella seconda parte della serie ci sono importanti sviluppi di trama che attirano la curiosità dello spettatore, culminando con un finale di stagione - e anche di serie quindi - che hanno un tono, se non scioccante, intrigante.

Passiamo alla trama. La Nebbia racconta le strane vicende che accadono nella cittadina di Bridgeville, nel Maine, e come ricorda l'incipit di ogni episodio, escono dalla penna di Stephen King. La piccola città viene avvolta da una fitta nebbia in cui, una volta addentrati, oltre a non vedere più niente, succedono cose strane: da insetti di ogni genere a persone morte non in visita di piacere, oltre a una pazzia certa per chi vi si inoltra.

Immediatamente gli abitanti capiscono cosa accade nella nebbia e decidono di trovare rifugio in una chiesa, in un centro commerciale e in un ospedale. In ognuno di questi luoghi vediamo come le persone reagiscono di fronte a questo evento inspiegabile che sta decimando e terrorizzando la popolazione.

La trama principale si intreccia con una sottotrama che riguarda lo stupro della giovane Alex, unica figlia di Eve e Kevin Copeland, cioè la famiglia protagonista della serie. Kevin Copeland è un ex giornalista, ora scrittore di racconti per bambini, la moglie Eve (Alyssa Sutherland) invece è un’insegnante di scuola che ha problemi nel lavoro a causa della materia che insegna, educazione sessuale, e al ricordo della sua ribelle gioventù, rimasto ancora vivo negli abitanti della città. La ricerca del colpevole dello stupro è quel secondo centro di interesse che porta avanti la curiosità dello spettatore.

Il genere della serie quindi è horror dai risvolti psicologici. Da una parte ci sono le scene forti che avvengono nella nebbia, dall’altra le conseguenze di questo fenomeno sconosciuto, con le reazioni e la convivenza forzata delle persone, le quali fanno uscire altri "mostri" da ciascuno di loro. Niente di nuovo, ma almeno una variazione sul tema.

Dai racconti di Stephen King sono stati tratti grandi capolavori cinematografici, lo stesso vale anche per le serie tv, anche se in questo caso bisogna parlare al singolare. Per i film sono molti i nomi, come "Le ali della libertà", "Il miglio verde" e "Shining". In campo seriale non c’è stato altrettanto successo: l’unico caso è 22.11.63, un capolavoro.

La nebbia e Under The Dome, invece, sono due esempi di scarso successo in questo campo. Queste due serie hanno molto in comune sotto l’aspetto delle tematiche e degli eventi, distanti invece per quanto riguarda il ritmo della narrazione: pregevole ne La Nebbia, pessimo in Under The Dome. Eppure quest’ultima - complice forse un cast decisamente più celebre - ha avuto tre stagioni. A questo si aggiunge anche che, per quanto riguarda La Nebbia, il canale Spike, durante la decisione sul rinnovo o meno, stava passando a quello che è ora Paramount Network.

Peccato: nonostante un cast non famosissimo, La Nebbia aveva trovato il suo “perché” e una seconda stagione sarebbe stata una scelta interessante.

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