Cultura e Spettacoli

Oriente Occidente, danza "Corpo a corpo" contro i conflitti nel mondo

A Rovereto e Trento dal 30 agosto all’8 settembre in scena tredici compagnie, produzioni in prima nazionale e creazioni originali per il Festival che indaga l'uomo, le comunità, le tensioni politiche e sociali che attraversano tutte le aree della terra e il desiderio di riscatto e pacificazione

Oriente Occidente, danza "Corpo a corpo" contro i conflitti nel mondo

Un Corpo a corpo ispirato alla conflittualità dei singoli e della società, è questa la narrazione che propone il festival di danza contemporanei Oriente Occidente nel centenario dello scoppio della prima guerra mondiale, a Rovereto dove una campana fusa con l’acciaio di cannoni delle diciannove nazioni che combatterono la Grande Guerra la ricorda ogni giorno con i suoi rintocchi, monito perenne di pace. Il Festival indaga l'uomo, le comunità, le tensioni politiche e sociali che attraversano tutte le aree della terra, ma anche il desiderio di riscatto e pacificazione. L’appuntamento è a Rovereto e Trento dal 30 agosto all’8 settembre con tredici compagnie e produzioni in prima nazionale, creazioni originali per il Festival.

Gli autori arrivano dall'Europa, dall'Africa Subsahariana, dal Venezuela e dal Medio Oriente con il loro bagaglio di culture, di storie da raccontare, di mondi. Novità di questa edizione è la community dance, che mira a coinvolgere il territorio e i suoi abitanti in un’espressione artistica condivisa e per tutti. Danza contemporanea quindi comestrumento che ha il potere di trasformare non solo l’individuo, ma anche la qualità del rapporto sociale. Perché, come afferma Maurice Béjart: “Il posto della danza è nella case, per le strade, nella vita”.

Lo spettacolo aereo del coreografo e scenografo Fabrice Guillot,
 Vide Accordé, ad aprire il Festival. Con la sua compagnia Retouramont sfida il limite e la forza di gravità. Lavoro cult della compagnia parigina, tre danzatrici - acrobate si confrontano con il vuoto, danzando sospese nell'aria a venticinque metri di altezza su una struttura di corde a forma di prisma. Segue in prima nazionale Rizoma, happening di Sharon Fridman, il coreografo israeliano attivo dal 2006 in Spagna con la compagnia che prende il suo nome. L’appuntamento è alle prime luci dell’alba alla Campana dei Caduti di Rovereto. Partecipano una settantina di persone e una decina di musicisti: una comunità danzante di gente comune che sembra evocare l’origine del mondo. Israele è rappresentato dalla compagnia L-E-V (cuore, in ebraico) fondata dalla coreografa Sharon Eyal e dal marito Gai Behar. Nato per la Batsheva Dance Company nel 2011, House, in prima nazionale al Festival, è stato rimontato per 8 danzatori di L-E-V e raddoppiato nella durata. Racconta i rapporti umani, la famiglia e la coppia in una casa dominata da uno strano delirio.

Una danza fisica ed esplosiva, quella della compagnia Baninga, diretta dal giovanissimo coreografo congolese DeLaVallet Bidiefono. Au-delà, in prima nazionale, riunisce due musicisti, un percussionista e un chitarrista, sei danzatori e un cantante. È uno spettacolo-manifesto, un inno alla vita, un modo per resistere alla violenza. Tradizioni, colori e ritmi del Sudafrica arrivano al Festival con la compagnia Via Katlehong Dance, diretta da Vusi Mdoyi. Nelle sue performance i danzatori, mixando con disinvoltura vari tipi di danza, dalla street dance indigena al tip tap, trasmettono al pubblico ritmo ed energia. Via Sophiatown, prima nazionale, è l'ultima produzione per nove danzatori e tre musicisti jazz, il cui titolo rimanda all’omonimo sobborgo di Johannesburg simbolo della lotta all’apartheid.

Approda al Festival la compagnia d'autore del coreografo israeliano Emanuel Gat, di sede in Francia, che in breve tempo ha conquistato le platee internazionali: prodotta nel 2014, Plage Romantique, in prima nazionale, promette di essere una sorta di musical dove voci, canzoni, testo e partitura fisica si intrecciano nei corpi di dieci danzatori. La compagnia Balletto Civile, gruppo nomade per definizione, animato da una forte tensione etica, mette in scena In-erme, coproduzione e prima nazionale nata dalla coreografa e danzatrice ligure Michela Lucenti. In-erme è il punto di partenza di un ciclo di lavori che porterà Lucenti a orchestrare nei prossimi anni grandi masse di attori, musicisti, cantanti e danzatori tra Italia e Germania. Tra le musiche spiccano quelle della violoncellista Julia Kent, che ha collaborato col premio Oscar Paolo Sorrentino.

Il fiorentino Virgilio Sieni, protagonista indiscusso dagli anni ‘80 della scena contemporanea italiana e oggi direttore della sezione Danza della Biennale di Venezia, presenta a Oriente Occidente due ambiziosi progetti. Il primo lavoro ha le sue radici nella danza di comunità, di cui Sieni è uno dei pionieri in Italia. Ispirato al Vangelo secondo Matteo, questo progetto, nato in collaborazione con la Biennale Danza di Venezia, dove debutterà a luglio, vede sette regioni italiane coinvolte e duecento interpreti non professionisti impegnati nella realizzazione di 27 quadri. Due di questi: Annuncio dell'Angelo e Ultima Cena hanno protagonisti gruppi trentini e sono in scena a Oriente Occidente. Assiste Virgilio Sieni in questo lavoro a tappe Franca Zagatti, che ha seguito il gruppo al suo formarsi. Pioniera della community dance in Italia, Zagatti collabora al Festival dallo scorso anno ed è presente anche a questa edizione con le sue performance. Il secondo lavoro di Virgilio Sieni, Esercizi di Primavera, incentrato sull'antropologia del gesto, è invece un viaggio che conduce lo spettatore nel mistero dell’invenzione del movimento. Sei danzatori ne esplorano le potenzialità, tra esercizio e dinamica.

Il programma prosegue con What the Body Does Not Remember. Al suo debutto nel 1987, il New York Times definì la sua danza straordinariamente innovativa, brutale e ironica. Quella stessa coreografia, rinata con un nuovo cast 25 anni dopo, è ora in tour mondiale. Il coreografo belga Wim Vandekeybus gioca col contrasto tra attrazione e repulsione. Vincitori della scorsa edizione del concorso coreografico Danz’è, Angelo Egarese ed Elena Salvestrini rappresentano, con la loro compagnia KinesiS Danza, due nomi emergenti della danza contemporanea italiana. Invitati dalla direzione artistica di Oriente Occidente a riflettere sul tema del conflitto e della Grande Guerra, hanno realizzato CorpoREAmente, coproduzione del Festival. A Rovereto anche l’israeliana Vertigo Dance Company fondata nel 1992 dalla coreografa Noa Wertheim e da Adi Sha’al, si presenta come un'imponente compagnia d’autore capace di coniugare una danza vibrante, energica e sinfonica con temi impegnati e con visioni surreali. Al centro di Vertigo 20, spettacolo coprodotto da Napoli Teatro Festival nel 2013, l’indagine del roteare e dell’avvitarsi nello spazio che conduce alla perdita di controllo.

Chiude il Festival la compagnia pioniera dell’integrazione tra danzatori abili e diversamente abili, Candoco Dance Company, fondata nel Regno Unito nel 1991. Candoco - che dal 2007 è guidata da Stine Nilsen e Pedro Machado – presenta il trittico Triple Bill, composto da una prima mondiale che porta la firma dell’artista visivo e performer Hetain Patel, e due prime nazionali - un appassionato duetto, Two for C, del trasgressivo coreografo venezuelano Javier de Frutos, e Notturnino, brano d’improvvisazione strutturata creato dal belga Thomas Hauert.

Nel cuore del centro storico di Rovereto, per quasi tutta la durata del Festival si terrà (In)visible Dancing, una breve coreografia interpretata da danzatori professionisti della Compagnia Protein, fondata nel 1997 dall’italiano Luca Silvestrini e dalla svizzera Bettina Strickler: piccole danze diventeranno progressivamente un flash mob di massa. Il Festival, come di consueto, proporrà anche la sezione Linguaggi. “Corpi e conflitti”, tema di questa edizione, sarà indagato da studiosi, giornalisti, economisti e scrittori e sarà affiancato da proiezioni cinematografiche. E ancora Cid Cantieri, progetti di giovane danza, sostiene la produzione di tre creazioni di altrettante compagnie trentine. In occasione della riapertura dello storico Teatro Zandonai, arriva a Rovereto l’Hamburg Ballet con Silvia Azzoni, étoile della compagnia dal 2001, considerata una delle migliori ballerine italiane sulla scena mondiale. Insieme a lei il marito Alexandre Ryabko, Principal dell’Hamburg Ballett, e le altre stelle della compagnia: Carolina Agüero, Leslie Heylmann, Alexandr Trusch e Dario Franconi. Tutti fuoriclasse che interpreteranno sei differenti brani.
Tutti gli spettacoli e gli appuntamenti del Festival su www.

orienteoccidente.it

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