Cultura e Spettacoli

Il papà dei Ghostbusters. Un re Mida del cinema che acchiappava risate

Aveva 75 anni. Emigrò in Canada per sfuggire al comunismo. E la saga fu un successo epocale

Il papà dei Ghostbusters. Un re Mida del cinema che acchiappava risate

È morto nel sonno, nella notte tra sabato e domenica, nella sua casa di Montecito, in California. Un lungo addio, quasi in punta di piedi, che fa a pugni con la magia che ha sempre trasmesso nei suoi film blockbuster. Ivan Reitman, 75 anni, naturalizzato cittadino del Canada, dove era arrivato da sfollato, nel 1951, con la famiglia, fuggendo dalla Cecoslovacchia comunista, ha legato il suo nome, come produttore e regista, a molte delle commedie americane che, negli anni '80 e '90, hanno rivoluzionato un genere inflazionato, ridandogli splendore. A dare notizia della sua improvvisa scomparsa sono stati i suoi cari in una nota congiunta: «La nostra famiglia è in lutto per la perdita inaspettata di un marito, padre e nonno che ci ha insegnato a cercare sempre la magia nella vita. Ci conforta il fatto che il suo lavoro di regista abbia dispensato risate e felicità a innumerevoli altri in tutto il mondo. Mentre piangiamo in privato, speriamo che coloro che lo hanno conosciuto attraverso i suoi film lo ricorderanno per sempre».

Magia è la parola giusta per rappresentare quello che i film, non solo diretti, ma anche prodotti da Ivan Reitman, hanno trasmesso nel pubblico di tutto il mondo. Basti citare, su tutti, la saga di Ghostbusters, della quale ha diretto i primi due film, finendo per produrne anche l'ultimo, con il figlio Jason dietro la macchina da presa, in una sorta di cambio del testimone familiare. Un vero fenomeno culturale, nato durante un pranzo di lavoro, dove Dan Aykroyd presentò il suo progetto ad un entusiasta Reitman. Una commedia fuori dagli schemi, ricca di citazioni diventate cult, all'avanguardia per la sua epoca, che ha incassato quasi 300 milioni di dollari in tutto il mondo, ottenendo due nomination all'Oscar e dando vita ad un franchise miliardario, tra gadget, giocattoli, sequel e serie animate.

In tanti si sono affidati a Ivan Reitman per cambiare o rilanciare la propria carriera. A esempio, con I gemelli (1988), Reitman ha creato un personaggio comico del tutto nuovo per Arnold Schwarzenegger, staccandolo dal cliché dell'attore di azione. Sodalizio confermato anche con Un poliziotto alle elementari (1990) e Junior (1994). Non solo. Attori drammatici del calibro di Debra Winger, Emma Thompson, Robert Redford, Sigourney Weaver hanno, sotto la direzione di Reitman, rivelato al mondo un lato comico inaspettato.

Anche se, come produttore, aveva raggiunto il successo molto prima, intuendo il talento di John Belushi, producendo l'immortale Animal House (1978), che lo aveva consacrato sugli altari del mito. Ma l'elenco dei film da lui prodotti è molto più lungo. Fermati, o mamma spara (1992) con Stallone, Beethoven (1992), il film per famiglie con protagonista l'omonimo San Bernardo, Space Jam con Michael Jordan, 2 gran figli di...(2017) con Owen Wilson, l'adattamento di Baywatch (2017) con Dwayne Johnson.

Non da meno è stata la sua carriera da regista che, Ghostbusters a parte, lo aveva visto dirigere anche titoli simpatici come Polpette con Bill Murray, Dave - Presidente per un giorno (che aveva come protagonista Kevin Kline), Due padri di troppo con la coppia Robin Williams-Billy Crystal, la commedia sentimentale Sei giorni, sette notti che vedeva Harrison Ford e Anne Heche nei panni di due naufraghi. Un regista capace di destreggiarsi bene anche in altri generi, come dimostra il bellissimo film sportivo Draft Day (2014), con Kevin Costner nei panni di un general manager di football americano, alla caccia di una prima scelta per il Draft Nfl.

In una recente intervista rilasciata ad Empire, il figlio Jason aveva raccontato un episodio legato al nuovo Ghostbusters: Legacy: «A causa del Covid - ha ricordato - mio padre non è uscito molto di casa. Ma ha fatto una prova. Ha indossato una mascherina ed è andato nella sede della Sony a guardare il film insieme alle persone dello studio. Dopodiché ha pianto e ha detto: Sono davvero orgoglioso di essere tuo padre. È stato uno dei momenti migliori della mia vita».

E anche noi spettatori, grazie a Ivan Reitman, ne abbiamo vissuti tanti, al cinema, di questi bei momenti.

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