Cultura e Spettacoli

Il partito dei moderati. Un bel sogno che non diventa realtà

Storicamente, in Italia l'unico fattore aggregante di movimenti diversi è stato l'anticomunismo

Il partito dei moderati. Un bel sogno che non diventa realtà

Il libro di Eugenio Capozzi, uscito in questi giorni presso l'editore Rubbettino, porta come titolo significativo: Storia dell'Italia moderata. Destre, centro, anti-ideologie, antipolitica nel secondo dopoguerra, pagg. 300, euro 14,00. Affronta un problema chiave della storiografia contemporaneistica italiana, riassumibile con questa domanda: perché, specialmente dal secondo dopoguerra, non è mai esistita in Italia una stabile destra conservatrice o liberale? Moderati, centristi, antipolitici e populisti di vario genere, per non parlare degli aderenti alle destre classiche, non possono essere definiti, in senso esatto, liberali o conservatori. Sono varie entità che si aggregano in nome dell'anticomunismo, e più in generale contro la partitocrazia; manifestano un'insofferenza che concorre all'esplosione del fenomeno antipolitico, anti-ideologico e anti-demagogico; un insieme composito privo di una propria unitaria e interna coerenza politica.

Come si spiega tutto questo? Dall'Unità ad oggi la storia italiana ha conosciuto tre fondamentali svolte traumatiche: è stata prima monarchico-liberale, poi monarchico-fascista, infine democratico-repubblicana; cambiamenti epocali che hanno prodotto gravi discontinuità nella formazione della sua classe dirigente. Queste fratture hanno impedito la legittimazione e il consolidamento politico-istituzionale di una precisa identità nazionale, che in tutti i Paesi europei di tradizione liberal-democratica è stata quasi sempre affidata ai conservatori. Si consideri inoltre che dal 1945 la vita politica risulta segnata da due realtà che ne hanno condizionato praticamente tutta la storia fino alla caduta del Muro di Berlino: l'antifascismo e l'anticomunismo. L'antifascismo è stato in gran parte egemonizzato dal partito comunista, l'anticomunismo dalla democrazia cristiana. Chi stava a sinistra si sottraeva a fatica all'abbraccio mortale del partito comunista: i comunisti rivendicavano il loro ruolo comprimario nella Resistenza e nella nascita della costituzione repubblicana. Chi stava a destra si sottraeva a fatica all'abbraccio mortale della democrazia cristiana, essendo questa la forza maggiore che contrastava, o poteva contrastare, il comunismo.

A destra, o meglio al centro-destra, si è perciò via via formata un'area magmatica di resistenza a minacce di instabilità e di sovversione, uno spazio politico e culturale molto vasto e differenziato al suo interno, definibile come «moderato», dove si sono collocati i liberali, i democristiani e tutti quei gruppi e quegli individui accomunati dall'anticomunismo, dalla diffidenza verso i partiti e le ideologie radical-progressiste; tensioni, però, che si sono quasi sempre risolte in una paralizzante eterogeneità priva di sbocchi concreti. Complessivamente, si deve parlare quindi di destre e non di destra, trattandosi di una galassia composta da realtà molto diverse l'una dall'altra, che spesso si sono anche duramente contrapposte tra loro, e perciò incapaci di formulare un progetto politico comune. L'identità del centro-destra italiano, e del mondo genericamente moderato, appare dunque difficilmente definibile a fronte di quella, pur composita e complessa, delle sinistre. Si può dunque affermare che l'Italia è stata senz'altro un caso anomalo rispetto alle altre democrazie liberali dell'Occidente.

Capozzi dà conto di questa anomalia analizzando attori politici e intellettuali variamente classificabili come appartenenti alla destra moderata; ne ricostruisce la trama reticolare, soprattutto i suoi margini e i suoi confini, mettendo a fuoco personaggi e problemi che delineano un quadro più complesso di quello offerto dalla vita «ufficiale» dei partiti, dei movimenti e delle ideologie intese in senso «accademico». Fornisce dunque utili tasselli per comporre il mosaico generale e cogliere la «galassia» moderata in una prospettiva storica, che abbraccia la «prima Repubblica» fino al centrodestra berlusconiano, contemplando la crisi del bipolarismo e l'esplosione di pulsioni antipolitiche e neopopuliste.

Particolarmente interessante, e curiosa, risulta l'indagine di Capozzi relativa ad alcune figure dell'anticomunismo, come quella del monarchico Roberto Lucifero, dell'armatore Achille Lauro, dell'anomalo democristiano di sinistra, ma fautore di una repubblica presidenziale, Bartolo Ciccardini, del sacerdote Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione.

Un universo composito che ha contribuito a definire l'anomala identità del moderatismo italiano.

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