Cultura e Spettacoli

Marco Mazzocchi a cuore aperto: "Vi racconto la mia avventura a Pechino Express"

Marco Mazzocchi, che con Max Giusti formava la coppia de "I Gladiatori", parla delle difficoltà di essere lontano da casa durante Pechino Express, delle emozioni provate durante il viaggio e nega patti con i Wedding Planner

Marco Mazzocchi a cuore aperto: "Vi racconto la mia avventura a Pechino Express"

In Rai da oltre 30 anni, il giornalista e conduttore Marco Mazzocchi è uno dei volti noti, e forse più amati, dell’azienda di Viale Mazzini. La sua grande professionalità unita ad una spontanea simpatia e alla vena ironica che lo induce a prendersi poco sul serio sono gli elementi che lo rendono un personaggio molto amato dal pubblico televisivo.

La popolarità di Marco Mazzocchi è legata al mondo dello sport e alle tantissime trasmissioni televisive che lo hanno visto protagonista come, solo per citarne alcune, Novantesimo Minuto, La Domenica Sportiva, Mondiale Rai Sprint, B come sabato e Quelli Che Il Calcio. Dal 19 maggio 2016, inoltre, Mazzocchi è stato nominato vicedirettore di Raisport. Senza dimenticare che, sempre per la Rai, spesso è in giro in Italia e nel mondo per seguire grandi manifestazioni come le Olimpiadi, gli Europei e i Mondiali di calcio e il Giro D’Italia.

Insieme al suo grande amico Max Giusti, Mazzocchi quest’anno ha partecipato alla trasmissione di Rai 2 Pechino Express. Nell'esaltante adventure game, i due hanno formato la coppia dei Gladiatori, una delle squadre che nel corso delle puntate ha riscosso grandissima simpatia ed entusiasmo tra i telespettatori. La loro avventura in Asia si è interrotta in semifinale, ad un passo dall’ultima ambitissima tappa di Seul.

Raggiunto telefonicamente, Mazzocchi con grande cordialità ha raccontato la sua incredibile esperienza vissuta tra Thailandia, Cina e Corea del Sud.

Nel corso della gara ci sono stati diversi momenti difficili dovuti un po’ alla nostalgia di casa e un po’ alle normali tensioni provocate dal gioco. Qualche discussione tra te e Max ma sempre superate. È stata questa la vostra forza?

"Sicuramente. Amicizia significa capirsi subito, supportarsi nei momenti difficili. Quando uno era stanco, provato o aveva nostalgia di casa, l’altro gli era vicino. Qualche piccola discussione si risolveva nel giro di pochi minuti".

Inizialmente tu e Max avete mostrato uno spirito quasi paterno verso le "Collegiali". Poi è cambiato qualcosa quando le giovani avversarie sono riuscite a vincere la sesta tappa e ad arrivare prime ad una missione. Avete iniziato a temerle?

"No, questo no. Abbiamo giocato, non abbiamo temuto nessuno. Abbiamo rispettato tutti. Inizialmente per le "Collegiali" abbiamo provato una sorta di spirito di protezione, del resto noi eravamo i più grandi del gruppo e loro le più giovani. Il nostro obiettivo era quello di non uscire subito. Con loro siamo rimasti amici, anzi siamo come zii e nipoti".

Ma esisteva davvero un accordo, come ha detto Nicole, tra voi ed i Wedding Planner per non ostacolarvi e arrivare così insieme in Corea?

"Nessuna strategia. Anzi io speravo di fare una finale con i Wedding Planner e le Collegiali. Sarebbe stata una sfida combattuta ed eccezionale, anche televisivamente parlando. La doppia penalità per le Collegiali era stata pensata per andare in finale anche con loro. Preciso che solo una volta, al termine di una prova, parlando con i Wedding Planner abbiamo accennato alla volontà di andare in Corea insieme. Ma era goliardia più che altro. Ora faccio il tifo per le "Collegiali"".

Proprio i Wedding Planner vi hanno eliminato. Tantissima la delusione negli appassionati del programma...

"Le emozioni che siamo riusciti a suscitare mi hanno sorpreso e commosso. Pensa che dopo la puntata ho ricevuto messaggi di tantissime persone che hanno espresso la loro tristezza. Anche da parte di bimbi che hanno detto di non aver dormito la notte. Con questo gioco siamo entrati nel cuore delle persone... Incredibile. Forse sai perché abbiamo trasmesso queste emozioni? Perché eravamo l’ultima coppia di omaccioni rimasti in gara. Noi il viaggio l’abbiamo preso in un modo sereno. Ce lo siamo goduti per quanto possibile, abbiamo scoperto nuove culture, incontrato persone, scherzavamo tra di noi. Miccio (che con Carolina formava la coppia dei Wedding Planner, ndr) pensava solo alla gara e forse non si è goduto nulla".

Ti aspettavi l’eliminazione ad un passo dalla finale, soprattutto per mano dei Wedding Planner?

"È il gioco. Ci sono due logiche. Io anche per lo spettacolo avrei eliminato le Top per fare una finale con le squadre più forti. Miccio voleva vincere ed ha eliminato chi riteneva più forte, quindi noi".

Il luogo che vi è piaciuto di più? Le persone incontrate lungo il cammino che vi sono rimaste nel cuore?

"Eh, di luoghi belli ne abbiamo tanti. In Corea, grazie ad un passaggio comodo, io e Max ci siamo rilassati e abbiamo ammirato la bellezza dei boschi colorati. Per quanto riguarda i rapporti con le persone posso dire che conoscersi aiuta a star meglio. Più ci si conosce e meno guerre si fanno. Conoscere le persone, conoscere la cultura. Ne abbiamo incontrate parecchie di persone. Con alcune siamo rimasti in contatto".

Le sfide memorabili?

"A Phuket, un’avventura tra sabbie e mangrovie. A Bangkok ci siamo divertiti tantissimo al mercato per la prova a occhi bendati. E poi la sfida tra le risaie con il bastone per buttare nel fango gli avversari".

Preferivi dormire a casa delle persone incontrate in strada o in alberghi di lusso?

"Alberghi di lusso. Non sono bugiardo. È solo per un fatto di intimità. Sono in quella fase della vita in cui ho bisogno di andare in bagno più volte nel cuore della notte. Quando eravamo nelle case delle persone c’era un po’ di difficoltà sotto questo aspetto. Non conoscendo il posto non sapevo dove era il bagno, nell’oscurità sbattevo i mignoli contro tutto quello che c’era in casa".

Una delle scene più simpatiche di Pechino Express è avvenuta nel bagno di un albergo a 5 stelle. Qui si è svolto il balletto sensuale: tu nella vasca e Max nella doccia che mostrava la gamba. La ricordi?

"Eh, eh, eh (grandi risate, ndr), come no. Tutto spontaneo. In quel momento eravamo felici come bimbi perché avevamo trovato inaspettatamente una sistemazione di alto livello. E allora una volta nel bagno ci siamo lasciati andare. L’operatore ha colto l’occasione e subito ha filmato tutto. In questo caso poi abbiamo lasciato spazio anche ad un po’ di spettacolo, abbiamo fatto un qualcosa anche per la trasmissione".

Tralasciando la Corea, avete ottenuto ottimi risultati in Thailandia, meno in Cina. Qui avete avuto problemi soprattutto nel trovare i passaggi. Come mai grande questa differenza?

"Il motivo è semplice. Inizialmente Max era un po’ giù. Io gli ho dato forza, non volevo uscire subito. Poi è stato Max ad aiutarmi quando ero in difficoltà. E così abbiamo ottenuto grandi risultati classificandoci spesso ai primi posti. In questo Paese ci siamo divertiti. Anche durante gli spostamenti, perché era suggestivo andare in pick-up. In Cina la situazione è cambiata. Noi avevamo dato tutto in nelle tappe precedenti ed eravamo stanchi. Poi i problemi di comunicazione con le persone del posto che parlavano poco inglese. Difficile. E ancora: vedere due omaccioni in strada è diverso da vedere, ad esempio, delle ragazze. Ma con i bimbi è diverso. Si comunica facilmente con gesti o giocando".

Quale è stata la prova più difficile?

"Il primo giorno quando eravamo nelle paludi con pesi di 20 kg. E poi per me i trampoli, sono negato, e la sfida con le freccette dove Max è stato grande. Nessun problema con i "7 mostri" (animali da mangiare, ndr), erano solo disgustosi ma dura un attimo. E poi in questo caso siamo stati fortunati perché per tre volte la ruota si è fermata su spazi vuoti così ci siamo risparmiati di mangiare".

Rifaresti questa esperienza?

"No, perché è stata una bella avventura ma ho una certa età. Passare tanti giorni lontano da casa, lontano dai propri cari è difficile. Per i giovani come "i Palermitani", "i Guaglioni" o le "Collegiali" (tre coppie in gara, ndr) è più facile. Ma io e Max siamo sposati, siamo padri di famiglia. I nostri affetti ci mancavano".

Prima di salutarci, Mazzocchi ci racconta cosa è capitato a lui e Max mentre camminavano in strada a Zhaoqing, Cina. Una curiosità che apre il cuore: "Eravamo un po’ trasandati e affaticati. In mano avevamo decine di uova e pesanti sacchi di farina che servivano per una prova. Le persone ci guardavano in modo strano. Ad un tratto si è avvicinato un bambino e ci ha offerto dei soldi. Non li abbiamo accettati, anche perché il regolamento lo vieta, ma è stato incredibile.

Mi sono commosso dal gesto di generosità".

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