Cultura e Spettacoli

"Porto il teatro in diretta Tv perché amo far ridere..."

L'attore regista regalerà al pubblico di Raidue tre sue commedie. Recitate durante la messa in onda

"Porto il teatro in diretta Tv perché amo far ridere..."

«Scusa un attimo, mi è andato un po' di peperoncino nel naso...». Dopo qualche secondo Vincenzo Salemme riesce a parlare al telefono. E tra lo sbucciare delle melanzane («le sto preparando alla pizzaiola con pomodoro secco, aglio...») ci racconta il suo prossimo impegno. Decisamente intrepido: portare il teatro in televisione, ma non con una semplice registrazione, bensì in diretta. Un' impresa pochissimo esplorata nella storia del piccolo schermo: una specie di reality del teatro. Perché o la va o la spacca, se sbagli la battuta, devi solo riuscire a rimediare in qualche modo. E sarà così, per tre serate, in diretta dall'Auditorium della sede Rai di Napoli, sul secondo canale. Con le sue commedie più belle. Titolo ovviamente Salemme il bello... della diretta!. Primo appuntamento domani in prime time con Di mamma ce n'è una sola, che Salemme portò in scena una ventina d'anni fa, in cui l'attore veste i panni di una madre-padrona che controlla la vita di tutti i familiari in un gioco di finzioni e paradossi. Con lui in scena Maurizio Casagrande. Gli altri due show sono previsti il 18 e il 25 dicembre, Sogni e bisogni e Una festa esagerata, tutte commedie scritte, dirette e interpretate dall'attore napoletano.

Salemme, un'impresa non proprio semplice...

«Proviamo a costruire un matrimonio tra teatro e televisione, un'operazione che non mi pare sia stata mai fatta prima. Si faceva negli anni '60, però a quell'epoca si trattava di sceneggiati...».

Perché si è pensato alla diretta?

«Volevamo registrare delle commedie, come altre che ho fatto in tv, poi il direttore di Raidue Carlo Freccero (da pochi giorni in pensione) ci ha chiesto se ce la sentivamo di andare in diretta e mi è sembrata una bella scommessa, anzi un sogno. Tre commedie una di seguito all'altra per tre settimane è un'impresa pazzesca...».

C'è il rischio dell'errore...

«Si, se sbagli devi continuare per forza, ma io non sono così preoccupato, la prendo con semplicità, non ho paura, anche se mi emoziono sempre. In fondo è uno show truccato da teatro, contaminazione, un avanspettacolo...».

E c'è il calore del pubblico...

«Infatti, senza quello non si può fare teatro. Napoli ha risposto alla grande, i biglietti sono stati venduti per tutte le repliche, anche per quelle che non vanno in onda».

Lei da giovane ha recitato con Eduardo De Filippo per la Rai, ora ci porta le sue di commedie...

«Nessun paragone, per carità. Io ho scritto degli spettacoli solo per far ridere, già mi sembra tantissimo far ridere. Quando sono arrivato a Roma, a Cinecittà, ero un ragazzino, ero felice, ero stata catapultato da Bacoli, il mio paese vicino a Napoli, in quel posto grandioso, un baraccone pazzesco, andavo a mangiare i tramezzini con i più grandi attori, mi piaceva da morire... sono malato di cinema».

E non si perde nulla...

«Io guardo almeno un film al giorno, da quando ero ragazzino. E vedo tutto, dai cartoni animati ai supereroi alle pellicole sentimentali. Solo quelli lenti da morire li lascio stare, mi annoiano troppo...»

Come vede Napoli oggi?

«Io cerco di considerare Napoli una città normale, è piena di ragazzi sorridenti e allegri, come tutte le città ha i suoi problemi, non è un'eccellenza ma non è neppure deprimente».

Le piace come Napoli viene vista in Gomorra?

«Non ho guardato la serie, non mi appassionano le serie tv, guardo solo i film»

Quanto di Scarpetta, di cui è considerato un erede, c'è nei suoi lavori...

«Figuriamoci, non mi paragono assolutamente, io cerco di prenderne solo lo spirito graffiante, grottesco.. .

Prossimo impegno?

«Parto subito il giorno dopo dell'ultima commedia in tv, il 26, per portare in tour il nuovo spettacolo Con tutto il cuore».

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