Cultura e Spettacoli

"Posso anche recitare nuda ma io seduco con la voce"

Scarlett Johansson ha vinto al Festival della Capitale con un ruolo "invisibile". E ora conclude la sua trilogia erotica

"Posso anche recitare nuda ma io seduco con la voce"

da Los Angeles

Scarlett Johansson non ci ha pensato proprio a tornare a Roma l'altra sera al Festival per ritirare il premio come miglior attrice per Her. Ha preferito mandare un messaggio di ringraziamento. Del resto nel film premiato si sente solo la sua voce e non si vede il suo splendido corpo. E a lei e alla casa di produzione più che la statuetta importa la promozione del film in Italia, e che il suo bel faccino rimanga impresso negli occhi dei nostri spettatori, anche perché se andranno a vedere il film non sentiranno neppure la sua voce visto che da noi le pellicole vengono doppiate. E, poi, Scarlett è così richiesta e impegnata che la gita a Roma (passerella sul red carpet senza concedere conferenze stampa) è stata più che sufficiente: sta completando la trilogia del sesso, anzi il quartetto se s'include il debutto teatrale a Broadway l'inverno scorso col revival di Una gatta sul tetto che scotta.
Il trittico hot è composto da Under the skin (l'E.T. che sotto spoglie umane divora maschi), Don Jon (la fidanzata dell'egocentrico pornomane interpretato da Jospeh Gordon-Levitt, anche regista del film) e, appunto, Her, in cui presta la voce a una «assistente virtuale» che fa innamorare il protagonista Joaquin Phoenix. La voce ammaliante, un po' roca e profonda, ce l'ha pure dal vivo, come abbiamo potuto accertare in una recente intervista.
Sogno erotico di tanti maschi, le cronache mondane la vogliono ufficialmente fidanzata al pubblicitario francese Romain Duriac, noto tombeur de femmes al quale è legata da circa dieci mesi.
Si dice che Romain sia geloso di lei...
«Ma va bene, la gelosia fa parte naturalmente di ogni rapporto. C'è una certa gelosia anche da parte delle mie colleghe, e va bene, perché sono cosciente che certi ruoli sono legati a una età giovane, dunque destinati a finire. Morale: non siate tanto invidiosi di me: diventerò presto una qualunque».
Sembra una sirena incantatrice che non si fa incantare da nessuno. Né incastrare in cadute o scandali alla Lohan o Cyrus. La Johansson, cresciuta dai tempi dell'Uomo che sussurrava ai cavalli e Lost in Translation, ha indubbi talenti e la testa sulle spalle. Anche se col suo sex-appeal (e le odi un po' materialiste a Dolce e Gabbana) sa come giocarci sopra. Ma, ci chiediamo, Scarlett rappresenta anche qualcosa non direttamente legata a eros?
Scarlett, mentre il protagonista maschile, in Don Jon, è ossessionato dal porno, lei, Barbara, il suo personaggio, è parimenti preda della fantasia delle commedie romantiche. Ma c'è niente di vero nelle nostre vite?
«È facile scomparire in questi mondi e vivere indirettamente tramite essi. Alzano il livello delle attese che abbiamo nelle nostre vite private. Specie se là fuori la realtà è così ostica e refrattaria al sogno. Barbara si dice: "Succede sullo schermo: perché non potrebbe succedere a me?“»
Una frase che potrebbe pronunciare una qualsiasi sua ammiratrice.
«Già, non ci avevo pensato (e sorride)...»
Barbara, così innamorata del cinema, cosa penserebbe di Scarlett Johansson?
«Non credo che una come Barbara andrebbe a vedere i miei film. Iron Man, The Avengers, no, non le interessano. Però le piacerebbe il costume attillato della Vedova Nera».
Anche «Her» riflette sul distacco dell'individuo dalla realtà...
«Sì, ma anche sul bisogno quasi disperato di un rapporto vero con gli altri nel momento in cui la tecnologia sta alterando le nostre dinamiche esistenziali».
Pure la sua?
«Fino a un certo punto, perché ho resistito alla tentazione di avere “amici” su Facebook. Ma nella mia dimensione c'è molta proiezione di me stessa in un Avatar virtuale, di questo ne sono cosciente».
Quando si sente allora se stessa per davvero?
«Quando recito. C'è sempre un pezzetto di me in tutti i miei personaggi. Pure in Her, anche se è solo voce. Confessa all'uomo: “Mi spiace avere il limite molto umano di non possedere un corpo”. Il mio corpo vero lo conosce solo il mio fidanzato!».
Ma in Under the Skin lei mostra al pubblico parecchio del suo corpo...
«Il nudo è un aspetto fondamentale di questo film, che segue come una candid camera l'avventura in terra dell'aliena predatrice. Per lei togliersi i vestiti non significa nulla, quel corpo non le appartiene. No, non ho provato nessun imbarazzo a girare quelle scene. Anzi, ci ho provato gusto. Ma al cinema tutto appare differente. Tutto è più bello, perfetto, liscio...

È una fantasia».

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