Cultura e Spettacoli

Protesta abortista sul Palais per il cast cinese

Le foto ricordo sulla passerella del film cinese Wild goose lake verranno con un’ambientazione insolita per il regista Yao Yinan e i suoi protagonisti

Protesta abortista sul Palais per il cast cinese

nostro inviato a Cannes

Le foto ricordo sulla passerella del film cinese Wild goose lake verranno con un’ambientazione insolita per il regista Yao Yinan e i suoi protagonisti. A precedere il loro arrivo al Palais du cinema c’erano le contestatrici in favore dell’aborto libero per quei paesi dove la restrizione è causa di un aumento indiscriminato di interruzione clandestina delle gravidanze, con esiti mortali nel 75 per cento dei casi. Avvolte in una bandiera verde hanno gridato slogan per la liberazione del vincolo che porta molte giovani donne a ricorrere a cure illegali rischiando la vita. In mezzo a una protesta pacifica ma chiassosa, il cast cinese ha scattato foto ricordo per tutti entrando nella sala principale per la presentazione assoluta dell’opera in concorso.

Wild goose lake è una sorta di gangster movie, ambientato nel lontano Oriente, dove la malavita è più malavita che mai e i conti hanno il sapore tragico del dramma più cupo. Non a caso la cornice è tenebrosa e buia, in rima con le vicende narrate. La fuga di un uomo che uccide un poliziotto per errore ed è inseguito da tutti perché, sul suo capo, le forze dell’ordine mettono una taglia consistente. Denaro, sangue ed emarginazione sono dunque gli ingredienti di un’opera che difficilmente si affermerà sulla Croisette ma potrebbe incontrare i favori del pubblico più allargato.

Simili considerazioni per La gomera di Corneliu Prumboiu, film rumeno diviso in capitoli, molto gradevole e poco noioso, che vanta una colonna sonora diversificata tra lirica, classica, canzoni da cabaret anni Trenta, Carmina Burana e non solo. Si parte con “The passengers” e si finisce con la marcia di Radetzky in un viaggio non solo visivo e visuale ma anche musicale. Al centro di questo noir balcanico c’è un poliziotto dell’antidroga, convinto da una donna misteriosa a collaborare con una gang di narcotrafficanti per recuperare una montagna di soldi che potrebbero cambiare la vita ai due protagonisti. Ma, come spesso accade, qualcosa va storto. Povero di contenuti, come la maggior parte delle opere finora proiettate, risulterà gradito a chi non chiede che un paio d’ore di puro svago.

Ora però si entra nel vivo e già da oggi scendono in campo i big. Tra chicche e coloriture di questo festival spicca un siparietto inatteso durante la proiezione di Hidden life, il film in concorso firmato da Terrence Malick e girato in Alto Adige. Un applauso spontaneo si è levato dalla platea quando sullo schermo è apparso il volto di Bruno Ganz, recentemente scomparso. La sua partecipazione al film di Malick è stata l’ultima prova d’artista prima della morte.

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