Cultura e Spettacoli

Quando i classici del rock nascono da un lungo sogno

Due brani gemelli scritti entrambi nel 1965 Mentre i loro autori erano «addormentati»...

Quando i classici del rock nascono da un lungo sogno

Due canzoni immense, immortali, nate esattamente cinquant'anni fa e unite dal caso, o meglio da un sogno. Yesterday e Satisfaction, così diverse fra loro, secondo la leggenda sono state create involontariamente dai loro autori, addirittura durante il sonno. Né Paul McCartney nè tantomeno Keith Richards (già superavviato sulle strade della droga) si accorsero immediatamente di aver partorito un capolavoro. Oggi che i due brani compiono mezzo secolo (e sono sempre un caposaldo del rock!) ricordiamo le loro curiose storie. Siamo nel 1965, l'anno di grazia che cambia definitivamente il vento con Like a Rolling Stone di Bob Dylan, un annus mirabilis per il rock. Richards racconta di aver registrato le prime note del riff su un piccolo registratore in una camera d'albergo e poi di essersi addormentato. Al risveglio non ricordava nulla del brano, ma per fortuna il registratore era rimasto acceso, con impresse quelle note di chitarra acustica. Satisfaction, forse il riff più famoso della storia, diventò un disco il 10 maggio 1965 ai Chess Studios di Chicago (quelli dove incisero leggendari bluesmen come Howlin' Wolf e Muddy Waters), con Brian Jones all'armonica. Fu poi riregistrata due giorni dopo con un ritmo più veloce e con il rivoluzionario effetto della chitarra distorta da un «fuzzbox» che creava un suono «proto garage». Questo arrangiamento nacque all'insaputa di Richards e fu opera del genio di Andrew Loog Oldham, produttore e deus ex machina dei primi Stones (fu l'uomo che convinse la band ad abbandonare le cover di blues per dedicarsi ad un repertorio originale), chè Richards voleva che il suo riff fosse sostenuto da fiati che ricordassero il soul del suo idolo Otis Redding. Satisfaction esce il 6 giugno 1965 in America e arriva al primo posto della classifica di Billboard scavalcando i Four Tops (verrà poi detronizzata dal beat degli Herman's Hermits) mentre in Inghilterra, dove uscirà in seguito, arriva in vetta superando I Got You Babe di Sonny & Cher. Il pezzo, definito da Rolling Stone la seconda canzone più bella di sempre dopo Like a Rolling Stone, fu anche censurato per i suoi contenut i contro il consumismo e soprattutto per le sue esplicite allusioni sessuali. «Descriveva l'alienazione di quei tempi», ha sintetizzato Mick Jagger.

Satisfaction è la virulenza e la sensualità del rock, mentre Yesterday è il suo essatto contrario: un inno introspettivo e cameristico all'insegna della purezza della canzone d'autore. (Qui c'è materiale per l'eterna querelle su chi è più rock tra i Beatles e i Rolling Stones!). Maestosa, incantatoria, Yesterday è nata da un vero e proprio sogno di Paul McCartney, che si svegliò con quella melodia così chiara in testa da convincersi che il pezzo fosse stato scritto da altri. Al risveglio la eseguì subito al piano per non scordarla, ma fu preso dalla paura di aver plagiato qualcuno. «Per un mese mi aggirai - ricorda Paul - chiedendo alla gente dell'ambiente musicale se l'avessero mai sentita prima. Alla fine era come riportare un oggetto smarrito alla polizia. Pensai che se nessuno la reclamava dopo qualche settimana avrei potuto tenerla». Anche qui lo splendido arrangiamento orchestrale non nasce dai Fab Four, ma dalla professionalità di George Martin, detto «il quinto Beatle», colui che mise un sofisticato sestetto d'archi a sostenere Eleanor Rigby. Durante le riprese del film Help, McCartney era ossessionato da Yesterday e continuava a lavorar e alla melodia appena poteva, suonando un pianoforte che si trovava sul set. Persino il tranquillissimo George Harrison perse la pazienza e disse: «Accidenti, parla in continuazione di quella canzone. Neanche fosse Beethoven!». Il brano fu rifinito e completato alla chitarra da Paul durante una vacanza in Portogallo, a casa del cantante degli Shadows Bruce Welsh. Era una canzone «privata» di Paul, infatti fu proposta a Chris Farlowe (eroe del blues inglese con Alexis Korner e poi nei Colosseum, che ebbe un momento di notorietà come cantante solista negli anni Sessanta) che la rifiutò perché «troppo sdolcinata». Così divenne un marchio di fabbrica dei Beatles, ma in sala di incisione c'erano soltanto Paul con la chitarra acustica e un quartetto d'archi. Fu la prima volta che uno dei Fab Four lavorò senza i tre compari. Martin e Brian Epstein discussero a lungo se far uscire il disco come opera solista di McCartney, ma Epstein pronunciò allora la celebre frase: «Qualsiasi cosa facciamo, non dobbiamo dividere i Beatles».

In sala di incisione per la prima volta c'era solo Paul con un quartetto d'archi senza gli altri tre

Il brano è considerato la canzone più bella di sempre dopo «Like a Rolling Stone» di Bob Dylan

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