Cultura e Spettacoli

La Rai mette i mutandoni a Miss Italia

Il bikini? Poco adatto ai tempi austeri. Si ritorna al costume intero degli anni Cinquanta (con velo)

La Rai mette i mutandoni a Miss Italia

La Rai mette i mutandoni alle miss. E pure il velo. No, non preoccupatevi, viale Mazzini non è ancora territorio del Vaticano... Però, come quei cardinali che facevano ricoprire le «vergogne» dei quadri e delle sculture, quest'anno la Tv di Stato, nell'ansia di seguire il «nuovo corso» ispirato alla sobrietà montiana, ha deciso di drappeggiare le concorrenti del concorso di Miss Italia e di allungare i centimetri dei costumi. E non di poco: via i bikini, su i costumi interi e con tanto di calzoncini a coprire interamente le natiche. Ve li ricordate quei mini abitini che si indossavano negli anni '50 per andare al mare? Certo che sì: quest'estate sono tornati di moda e hanno spopolato sulle spiagge. E così la patron del concorso di bellezza, Patrizia Mirigliani, ha pensato bene di mettere insieme i vari input: la neo presidente della Rai Anna Maria Tarantola e pure il ministro Elsa Fornero chiedono un maggior rispetto dell'immagine della donna in televisione? Bene, cosa c'è di meglio che ascoltare i consigli di tali personalità (nonché datori di lavoro) e unirli alla moda del momento? È la stessa Mirigliani a comunicare la novità: «Il bikini non ci sarà proprio. Con i costumi anni '50 ci riferiamo alla bellezza classica che ancora oggi ricordiamo e prendiamo ad esempio». Ma ve l'immaginate le «fanciulle in fiore» cresciute a pane e tv che ammiccano alle telecamere (e pure ai cameramen) come se fossero sempre state su un set vestire come le loro nonne? Verrà loro voglia di sforbiciare i mutandoni...

Aggiunge l'intrepida Mirigliani: «Condivido la posizione della presidente Tarantola e credo ci sia la necessità di dare una virata nel modo di porsi delle ragazze giovani che è molto omologato». Certo che queste parole, dette da una donna che ha fatto dell'esibizione del corpo femminile il lavoro della propria vita, fanno un po' effetto. Lei, conoscendola, ribatterà: Miss Italia ha sempre cercato di mantenere il concorso nel massimo dell'eleganza, della sobrietà e del rispetto delle ragazze (chi mai dimenticherà lo scottante dilemma se mostrare o no da vicino il «lato b»?). E aggiungerà: non vi va mai bene niente, se scopriamo le ragazze vi lamentate perché lo spettacolo è volgare e umiliante per le donne. Se le copriamo, non va bene lo stesso. Ma il punto sta qui: Miss Italia è o non è una sfilata di bellezze italiane al fine di scegliere chi ha le gambe più belle, le curve più sexy, i lineamenti perfetti? E se quei corpi li drappeggiamo, certo con veli trasparenti e svolazzanti, mica con un burqa, e se copriamo i sogni maschili per eccellenza, i glutei, con centimetri di stoffa, che senso ha il concorso? Miss Italia non rappresenta più le ragazze di oggi? Santa verità! E allora, invece di adornarle con un velo ipocrita, chiudiamolo e basta. Lo disse bene un capostruttura della Rai (Antonio Azzalini) senza peli sulla lingua proprio a Salsomaggiore: «Miss Italia è sempre stata una sfilata di carne da macello».

Comunque l'inversione di rotta in direzione politicamente corretta non finisce qui: «Sto già pensando - dice la Mirigliani - per il prossimo anno ad un tessuto ecocompatibile per sollecitare le mie ragazze a indirizzarsi verso il tema dell'ecologia». Ecco, una bella pelle di montone... Nel frattempo, le concorrenti, per far vedere che ci tengono alla spiritualità, incontreranno nei prossimi giorni Tara Ghandi, figlia del Mahatma che parlerà loro della «bellezza interiore». Argomento che piacerà tanto ad Anna Maria Tarantola.

Un po' meno ai maschietti (spettatori) di ogni ordine e grado.

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