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Rambo III, il film che ha fatto "ritirare" i russi dall'Afghanistan

Rambo III è il film in cui Sylvester Stallone torna a indossare i panni del veterano del Vietnam, diventando una pedina nello scontro tra Unione Sovietica e Afghanistan

Rambo III, il film che ha fatto "ritirare" i russi dall'Afghanistan

Rambo III è il film del 1988 che va in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1 e che vede Sylvester Stallone tornare a indossare i panni del veterano di guerra capace di affrontare qualsiasi sfida, combattendo per il bene. Diretto da Peter MacDonald Rambo III è costato 63 milioni di dollari e secondo Coming Soon fu il film più costoso mai realizzato fino a quel momento.

Rambo III, la trama

John Rambo (Sylvester Stallone) ha visto troppo da vicino gli orrori dalla guerra e, perseguitato dal suo passato, sta cercando di costruirsi un'esistenza più pacifica e tranquilla, inseguendo la serenità in un tempio buddhista in Thailandia. Stanco del sangue e delle uccisioni che hanno caratterizzato la sua vita, Rambo rifiuta di aiutare il colonnello Sam Trautman (Richard Crenna) quando questi gli chiede di riscendere in campo e partire per una missione in Afghanistan per aiutare i Mujahedeen a fronteggiare la minaccia sovietica che sta avanzando nel territorio. Tuttavia il soldato John Rambo sarà presto costretto a riconsiderare la sua decisione, quando viene raggiunto dalla notizia che l'amico Trautman è stato rapito dalle truppe del colonnello russo Zaysen (Marc de Jonge), che lo vuole torturare. Per Rambo inizia così una nuova missione e l'ex soldato operante in Vietnam non si fermerà davanti a nulla pur di salvare il suo amico.

I problemi tra Russia e Afghanistan

Il personaggio di Rambo è uno di quelli che sono diventati davvero iconici, entrando di prepotenza nell'immaginario collettivo. La lavorazione del terzo capitolo, come quella dei capitoli precedenti, non è stata affatto facile e ha contribuito ad aumentare il carattere di leggenda della saga. In questo terzo capitolo, ad esempio, Sylvester Stallone ha rischiato addirittura di essere decapitato durante una delle riprese. Ma forse l'aspetto più interessante di Rambo III è la sua aderenza ad alcuni fatti storici.

Nonostante sia chiaramente un film di finzione, Rambo III ha non pochi elementi che lo collegano a fatti e circostanze reali, che hanno avuto un forte impatto nella storia contemporanea. Ad esempio il personaggio di Masoud, interpretato da Spyros Fokas, è un riferimento a Ahmad Shah Masoud, un leader della resistenza afghana contro l'occupazione sovietica, ministro della difesa dell'Afghanistan dopo la fine delle ostilità. Ma i riferimenti a eventi reali sono molto più radicati. Ad esempio, come è spiegato sul sito dell'Internet Movie Data Base, i problemi che le forze sovietiche sono costrette ad affrontare con i missili Stinger americani forniti ai combattenti mujaheddin è una narrativa non molto distante dalla realtà dei fatti.

Quello che viene mostrato nel film coincide con quello che è avvenuto davvero, quando questo tipo di missili portarono all'abbattimento e alla distruzione di centinaia di elicotteri russi durante la guerra sovietico-afghana, intercorsa tra il 1979 e il 1989. Secondo il regista del film, Peter MacDonald, in un commento del dvd del film riportato da IMDB, durante le riprese di Rambo III la situazione tra Afghanistan e Unione Sovietica non era molto diversa da quella che lui stesso aveva dipinto sul grande schermo. Tuttavia, appena quattro settimane prima della premiere ufficiale della pellicola, le truppe russe si ritirarono dall'Afghanistan, di fatto ponendo fine alla guerra che si trascinava da dieci anni. Peter MacDonald reputò che questa strategia militare fosse la causa anche dell'insuccesso del film al botteghino: dal suo punto di vista il ritiro delle truppe sovietiche impediva agli spettatori di riconoscere i russi come cattivi. Dal momento che gli antagonisti non erano più credibili, secondo il regista il pubblico non era più così interessato a vedere il film.

Nonostante questo sconforto, però, Peter MacDonald riuscì a "consolarsi" col pensiero che forse erano stati proprio gli eventi narrati nel suo film a contribuire al ritiro della Russia dall'Afghanistan.

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