Cultura e Spettacoli

Salemme: la famiglia, cosa da eroi

In sala da domani "Una festa esagerata", co-autore Enrico Vanzina

Salemme: la famiglia, cosa da eroi

L'omaggio a Edoardo, che Vincenzo Salemme, finora, al cinema non aveva ancora realizzato, adesso c'è. Ed è Una festa esagerata (da oggi, con Medusa) la sua divertente commedia dal sapore amarognolo, che nella sceneggiatura evidenzia lo zampino di Enrico Vanzina, co-autore con Salemme. Quindi, leggerezza all'italiana e riflessioni sparse per tale clic d'un costume partenopeo, che diventa universale quando cita vezzi e malvezzi nostrani, affidando il racconto a una squadra di veterani della risata: da Vincenzo, qui benestante geometra di Posillipo alle prese con la festa per i 18 anni della figlia, a Tosca D'Aquino, moglie rampante di lui, fino a Iaia Forte, scatenata vicina di casa. Nell'adattare il film all'omonima commedia di successo, Salemme ha badato a non stravolgerne l'anima teatrale, per cercarne il passo cinematografico. «I film si sono sempre fatti dalle commedie teatrali e siccome il pubblico è come un bambino, ci deve credere: ci vogliono attori bravi», spiega il regista, che mescola comicità e amarezza a ritmo indiavolato. Si prende in giro soprattutto l'ignoranza dei nostri tempi. «Non sono nostalgico, ma mi preoccupa la mancanza di curiosità e di gioia collettiva. Temo ci sia un'implosione, dove l'individuo si chiude», ragiona Vincenzo. E implode per davvero la sua famiglia quando, proprio nel giorno della «festa esagerata», l'inquilino del piano di sotto muore. Portone semichiuso, candelabri e registro delle condoglianze non si addicono certo in una città scaramantica come Partenope, poi! - all'evento gioioso previsto dalla rampante madre della festeggiata. In terrazza, sul mare, con tanto di importante politico, il prete e i 160 invitati da, eventualmente, rimandare a casa... «Anticamente, in caso di lutto si portava un bottone nero sul bavero, o una fascia al braccio. Ora, invece, il condominio non è più una famiglia, dove tutti si conoscono, ma un dormitorio. Ho voluto rendere omaggio a Edoardo e al suo modo di guardare alle cose. Adoro Natale in casa Cupiello, col suo capofamiglia che vuol fare il presepe, inteso come simbolo di una cultura da preservare. A me quest'uomo ingenuo piace», scandisce Salemme che interpreta da par suo tempi comici perfetti e controllo assoluto della scena un padre a suo modo eroico: si preoccuperà di mediare con la vicina, improvvisamente orfana, pur di non rimandare canti e balli. «Non voglio fare analisi sociale, ma oggi governare una famiglia è impresa eroica. Mia madre ancora si preoccupa della forma, di mettere d'accordo i figli», riflette l'attore, sfegatato tifoso del Napoli. «Speriamo che De Laurentiis non mi chieda i diritti d'immagine, però trovo che il Napoli, attualmente, stia giocando un calcio eccellente.

E ha giocatori corretti, mai polemici: è questa la Napoli che mi piace per davvero».

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