Cultura e Spettacoli

"Sandra Mondaini era depressa": la rivelazione dei nipoti filippini

A "Domenica Live" i due filippini adottati da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello: "Zia soffriva di depressione. Dopo la morte dello zio si è arresa"

"Sandra Mondaini era depressa": la rivelazione dei nipoti filippini

Sandra Mondaini e Raimondo Vianello hanno rappresentato per interi decenni la coppia perfetta, nonché i "nonni ideali" per varie generazioni di bambini italiani. Ancor di più fecero tenerezza nel pubblico quando decisero di adottare due bambini filippini, Gianmarco e Raymond, che diverse volte apparvero con loro nella sitcom che li ha resi immortali nella memoria collettiva, "Casa Vianello". Oggi quei due bambini sono cresciuti, sono maggiorenni, e hanno deciso di parlare per la prima volta in televisione a "Domenica Live", il contenitore del dì di festa di Barbara D'Urso. Ricordano i loro "zii" - così li chiamavano - con affetto e commozione: «Sandra e Vianello ci hanno dato amore immenso. Per noi erano genitori e noi eravamo come figli per loro», dicono. Quindi ancora: «Siamo cresciuti con loro - spiega il più grande, Gianmarco - Non li dimenticheremo mai. Dopo la morte di zio Raimondo, zia Sandra si è arresa. Non voleva più vivere ed era caduta in depressione, un male di cui aveva sofferto già diversi anni prima che noi nascessimo». I due grandi artisti dello spettacolo italiano sono morti a pochi mesi di distanza l'uno dall'altra: Raimondo è scomparso il 15 aprile 2010, la moglie Sandra il 21 settembre dello stesso anno.

I due giovani sono anche gli unici eredi del patrimonio di Sandra e Raimondo: questo ha attirato anche qualche critica da parte di alcuni parenti della coppia, come un'altra nipote di Raimondo, Virginia, che li ha accusati di averle impedito di far visita alla zia quando era ricoverata. Da parte loro, i due ragazzi si difendono dicendo di non averla mai vista: «Dopo la morte di zio Raimondo, zia Sandra non voleva più vivere. Noi cercavamo di starle vicino, di farla sorridere ma vedevamo che la sua testa e il suo cuore erano altrove. Non riusciva più a rispettare il ciclo 'giorno/notte' - dice Gianmarco - Prima di morire, la zia è stata ricoverata in una clinica di Pisa che avrebbe dovuto curare la sua depressione. Noi andavamo a farle visite circa due volte a settimana. Nel rispetto degli orari di visita, i suoi familiari avrebbero potuto andare in clinica per vederla.

In quel periodo non abbiamo mai visto Virginia».

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