Cultura e Spettacoli

Scivolone di Venditti a Trieste: "Sarete stufi di sentir parlare delle foibe, lasciamole stare"

Il cantautore romano si è esibito a Trieste riscuotendo un discreto successo. Ma un paio di sue frasi infelici hanno lasciato l'amaro in bocca a molti spettatori. E non solo

Scivolone di Venditti a Trieste: "Sarete stufi di sentir parlare delle foibe, lasciamole stare"

Ha cantato e chiacchierato con il suo pubblico per tre ore e cinquantasei minuti. Quasi un record quello fatto registrare da Antonello Venditti a Trieste, in una tappa dello spettacolo "70/80... Ritorno al Futuro". Ricchissima la scaletta con cui l'artista romano si è esibito al Politeama Rossetti. I fan, entusiasti, lo hanno acclamato accompagnando i suoi cavalli immortali di battaglia: Roma capoccia, Campo de' fiori, Lilly, Sara, Bomba o non bomba, Ci correbbe un amico... C'è stato anche un inatteso fuoriprogramma: il comico Paolo Rossi è salito sul palco e ha scambiato un po' di battute con Venditti. I due sono amici da tempo. Il pubblico si è divertito ed ha apprezzato la "generosità" del cantante: stare sul palco quasi quattro ore non è da tutti. C'è una cosa, però, che ha infastidito diverse persone. Un paio di frasi infelici. In primo luogo questa: "Lasciamo stare le Foibe, che sarete stufi di sentirle nominare". Poi anche questa: "Sono cresciuto a Roma nel quartiere Trieste, quartiere fascista. C'è qualche fascista in sala? Speriamo di no".

A vedere il concerto c'era anche Paolo Rovis, capogruppo in consiglio comunale a Trieste del Nuovo centrodestra. Ha affidato alla propria bacheca Facebook il proprio sfogo: "Alcuni passaggi di Antonello Venditti durante lo spettacolo di ieri sera al Politeama Rossetti di Trieste. Più che un concerto, un lungo racconto personale, intervallato da ottima musica. Mi chiedo, non solo in questo caso, perché un grande e bravo cantautore non si limiti a ciò che sa fare benissimo, cioè cantare e suonare - che peraltro è il motivo per cui il pubblico ha riempito il teatro - e si lanci invece in dissertazioni politiche. Non richieste e, francamente, stonate". Sul social network si è sviluppato un discreto dibattito. A un certo punto Rovis ha aggiunto un particolare interessante: "La sala in realtà a suo modo ha reagito: silenzio glaciale".

Poi, risponendo ad una persona che lo incalzava, ha aggiunto: "Le frasi citate non serviva in alcun modo le pronunciasse. Così come altre. Chi ha pagato per assistere allo spettacolo l'ha fatto per ascoltare buona musica, non per sentirsi urtare la propria sensibilità. Inutilmente, fastidiosamente. Poi, certo, erano contenute in una narrazione lunga e ampia. Ma rimane l'obiezione: che c'entrano con la musica?".

In una nota il presidente dei Fratelli d'Italia, Ignazio La Russa, sottolinea che "suonano molto stonate le parole pronunciate da Antonello Venditti durante il suo concerto a Trieste all'indomani del Giorno del Ricordo. Le mancate scuse del cantautore romano lo porrebbero allo stesso livello di coloro che in questi giorni hanno insultato Simone Cristicchi per il suo spettacolo e imbrattato in diverse città italiane i monumenti dedicati alle migliaia di vittime delle foibe".

Che dire, si può essere d'accordo o meno con il consigliere comunale Rovis e con La Russa. Ma che senso aveva la frase di Venditti sulle foibe poche ore dopo il "Giorno del ricordo", in cui guarda casa si ricorda il dramma, per decenni colpevolmente dimenticato, delle foibe? E per giunta proprio a Trieste, città per ovvie ragioni geografiche e storiche molto vicina al tema in questione? Venditti ha perso un'occasione per stare zitto. Meglio se avesse cantato e basta. Oppure anche parlato, ma senza offendere la memoria delle povere vittime delle foibe. E pensare che da quello stesso teatro Simone Cristicchi aveva iniziato il suo spettacolo, Magazzino18, parlando di un altro tema caldo che lambisce quello delle foibe: gli esuli dell'Istria e della Dalmazia e l'esodo forzato di 350.000 Italiani dalle terre rientrate definitivamente nei confini jugoslavi con la firma del trattato di pace del 1947.

Lo spettacolo ha avuto un grande successo e di recente è stato riproposto dalla Rai. Venditti si sarà infastidito anche per questo?

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