Cultura e Spettacoli

Se il cinema italiano ora dipende dal Sud

di Pedro Armocida

Oggi Medusa è la terza società italiana di distribuzione con solo sette film usciti in sala da dicembre a oggi. L'ha annunciato ieri, al consueto incontro estivo con la stampa, l'amministratore delegato Giampaolo Letta che, con il suo apprezzabile understatement, non ha anticipato che tra un anno, in questi stessi giorni, Medusa sarà al primo posto. Ci penserà San Checco Zalone a fare il miracolo il 1 gennaio 2020 con lo sbarco in tutti gli schermi disponibili, si parla di più di 1500, del suo Tolo Tolo che lo vede anche esordire come regista. Zalone torna quindi con un film che più «sudista» non si può, girato in gran parte in Africa e in Puglia. Ma non sarà l'unico titolo «terrunciello», perché il nuovo listino Medusa è quest'anno tutto puntellato da una serie di attori (Toni Servillo, Michele Placido, Vincenzo Salemme) e registi che vengono dal profondo Sud. Si inizia con Tuttapposto che lancerà il talento comico del palermitano Roberto Lipari, figlio del rettore (Luca Zingaretti) in un ateneo - è cronaca odierna - in cui i docenti vendono gli esami. Per proseguire con il nuovo film di Christian De Sica, anche regista, Sono solo fantasmi tutto ambientato a Napoli dove, complici Carlo Buccirosso e Gianmarco Tognazzi e sfruttando la leggendaria superstizione, viene messa su una squadra di «acchiappa-fantasmi». Per Natale tornano al cinema anche Ficarra e Picone che viaggeranno nel tempo e dalla Sicilia verranno trasportati direttamente nell'anno zero in Galilea quando nasce Gesù.

Ma anche quando sono lontani i toni della commedia, come per Una femmina tratto dal libro di Lirio Abbate in cui racconta la rivolta delle donne alla 'ndrangheta, è sempre il Sud protagonista che, quindi, «salva» il Nord cinematografico, un po' come alle elezioni europee ha fatto con la Lega di Salvini.

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